Crescere dribblando avversari e paragoni, lottando contro un’etichetta scomoda. “È il nuovo Ibra” o ancora “Sarà il centravanti della nazionale per i prossimi dieci anni”. Alexander Isak li ha sempre evitati, smarcandosi con eleganza e senza alzare la voce. Un po’ come fa in campo, attaccante dal talento cristallino. Ma senza montarsi la testa. “Io sono io e lui è lui, impossibile paragonarci. Siamo diversi”, ha detto una volta. Della serie: "Lui è Zlatan, cosa c’entro io? Ma anche “lasciatemi perdere e fatemi fare il mio percorso”. Isak se ne è sempre fregato, alzando le spalle con lo sguardo di chi guarda avanti e punta deciso verso l’obiettivo. Mentalità.
Il centravanti uno dei giocatori più pagati di questa sessione di mercato: il Newcastle infatti ha speso 65 milioni più 5 di bonus per strapparlo alla Real Sociedad. Cifra monstre. Ma lui non è uno che si spaventa o si fa impressionare, anzi alla pressione è abituato. È cresciuto nell’Aik, dove segnava gol a raffica e aveva addosso gli occhi di mezza Europa. Attira le attenzioni di tanti club, ci pensa anche il Real, ma alla fine lo prende poi il Borussia Dortmund. Curiosità: pare gli agenti di Isak non si presentarono neanche all’incontro con la dirigenza dei blancos perché il ragazzo aveva già scelto la Germania. Sipario. La città di Madrid tornerà nella storia qualche anno dopo, nei quarti di finale della Copa del Rey. È il febbraio del 2020 e Alexander, centravanti della Real Sociedad, diventa re nella notte del Bernabeu. Due schiaffi al Real di Zidane, un assist per Merino e un 4-3 che spinge i suoi verso la finale, poi vinta nel derby tutto basco con l’Atletico Bilbao. Primo trofeo della carriera.
Ma andiamo con ordine. Isak è uno dal grande potenziale a cui è sempre però mancato quel passo in più per consacrarsi del tutto. Non è andata bene a Dortmund, si è messo in mostra al Willem II in Olanda ed è esploso a San Sebastian. Perla dei Paesi Baschi e del Mar Cantabrico. Adesso a Newcastle sarà tutto diverso, a cominciare dal clima. Anche in campo dovrà abituarsi a partire dal fatto che in Premier si gioca un tipo di calcio differente, sicuramente più fisico e dinamico. Ma niente paura. Isak è abituato, cresciuto tra difficoltà, etichette e paragoni scomodi, l’idea di una nuova sfida lo alletta e non poco. Soprattutto se poi l’accoglienza è da star. È così sarà. Oro di Newcastle.
Il suo modo di esultare lo inquadra meglio di ogni altra cosa. Braccia larghe e sguardo che sembra dire “avete visto?”. Alla Ibra insomma. Anche se poi su tante cose sono diversi. Dicevamo prima dello sfuggire a confronti ed etichette, anche se non è sempre facile. Soprattutto se nasci in Svezia, fai il centravanti e hai quei colpi lì. Uno dei suoi primi allenatori all’Aik lo ha fotografato alla perfezione “Alex ha il potenziale per spostare le montagne, deve solo essere più continuo. Ma fisicamente può fare la differenza”. Identikit perfetto. Isak lo sa e sa di dover migliorare sotto questo aspetto. La Premier sarà un banco di prova importante.
Adesso Newcastle lo aspetta. Città dove storicamente si è bravi a ricominciare e ripartire da zero. Nel calcio ma non solo. Fu costruita dai Romani, ritenuta fondamentale per la sua posizione strategica, venne poi abbattuta e ricostruita. Un enorme castello - li dal 1080 - guarda tutti dall’alto e da il nome alla città. Il pallone rotola da più di cento anni, ma negli ultimi sei mesi la musica è cambiata. Il club infatti è stato comprato dalla Public Investment Fund, consorzio guidato dal principe Mohammed bin Salman e comprendente anche PCP Capital Partners e RB Sports & Media. Tradotto: idee, progetto e fondi quasi infiniti. Il patrimonio dello sceicco arabo supera i 400 miliardi di euro, il più alto nel mondo del calcio. Basta questo per far capire. Si punta in alto e per farlo si spende sul mercato: Botman, Targett in difesa, Pope in porta. In tutto 65 milioni. Gli stessi che sono serviti per comprare Isak, ultima figurina del mercato bianconero e fiore all’occhiello della campagna acquisti. A St James’ Park lo aspettano a braccia aperte. Un po’ come fa lui quando fa gol. Con un calcio a paragoni scomodi e pesanti da portarsi dietro. Anche se ormai è abituato. Good luck Alex, la Premier ti aspetta.