“In trent'anni che tratto i calciatori non ho mai visto niente del genere”. Dichiarazioni forti. Dichiarazioni che risalgono al gennaio del 2014. A parlare l’allora ad della Juventus Beppe Marotta. Destinataria di quelle parole? L’Inter. I giochi del destino. Il riferimento è allo scambio appena saltato tra le due società che vedeva protagonisti Guarin e Vucinic. Sembrava tutto fatto, poi il colpo di scena.
La trattativa
Gennaio, mese di calciomercato. Passano i giorni e sull’asse Milano-Torino si inizia a parlare di uno scambio. Uno scambio per certi versi storico, visto che a porlo in essere sono Inter e Juventus. La trattativa va avanti. Spedita. Guarin si avvicina ai bianconeri, Vucinic è pronto per vestire il nerazzurro. Poi il primo colpo di scena. I tifosi dell’Inter non ci stanno e protestano. Striscioni e comunicati. “Il passaggio che si sta concretizzando in queste ore di uno dei giocatori più importanti della rosa dell’Inter ad un’altra società italiana è la goccia che fa traboccare il vaso”, le presa di posizione della Curva Nord nei confronti di Thohir. “L’Inter gioca in Serie A e si merita una società da Serie A. Al signor Thohir consigliamo di dimenticarsi il baseball, il football, l’Nba o altre realtà lontane anni luce dalla nostra”, la pesante accusa. Nella notte la trattativa continua. Contratti pronti e visite mediche.
Nel pomeriggio del 21 gennaio il clamoroso retromarcia. Dall’Indonesia arriva lo stop di Thohir allo scambio. Poco dopo le 18 il comunicato nerazzurro: “L'Internazionale informa di aver deciso di non procedere nella trattativa con la Juventus per il trasferimento dei calciatori Fredy Guarin e Mirko Vucinic. Il presidente Thohir, dopo essersi confrontato con Massimo Moratti, suo figlio Angelomario e con i dirigenti della società, ha ritenuto che non sussistessero le condizioni, tecniche ed economiche, per il raggiungimento dell'accordo”. “Sconcertante” la risposta della Juventus. Vucinic, già a Milano, fa ritorno a Torino. L’affare è saltato.
“Mancava solo la firma”
“Mancava soltanto la firma che non arrivò. Per come è andata alla fine sono felice, non so che situazione avrei trovato a Milano. In seguito sono andato ad Abu Dhabi e mi sono trovato bene”, dichiarò Vucinic in una intervista a Sky Sport qualche anno dopo. E poi il racconto di Guarin a La Gazzetta dello Sport: “Volevo restare, fu Mazzarri a spingere per arrivare a Vucinic. La Juve mi voleva già quando arrivai in Italia, ma avevo fatto la mia scelta. Durante quel gennaio mi consideravano un traditore, ma se l’allenatore ti dice chiaramente di andare via inevitabile fare valutazioni differenti. Sarei andato alla Juve nell’anno della finale di Champions a Berlino, ma non importa: sono felice per come sono andate le cose”. Decisivo anche l’intervento di Moratti: “un padre per me, decisivo per la mia permanenza insieme a Zanetti e Cordoba. Non posso però dimenticare i ragazzi della Curva e la loro manifestazione d’affetto per convincere la società a trattenermi”. Le scintille di un derby d’Italia. Quella volta, fuori dal campo.