L’unico modo per convincere Kessié è prenderlo per il sonno. O quasi. Diciamo che per vedere Franck al Milan, ci sono voluti tanta pazienza e un sorpasso al buio non così facile da portare a termine. Fassone e Mirabelli lo volevano a tutti i costi, anche se, fuor di metafora, i conti non consentivano spese folli.
Di certo, in quell’estate 2017, la Roma aveva presentato un’offerta migliore, tanto da spingere l’Atalanta a dire di sì ai giallorossi. Era quasi tutto fatto, serviva solo l’ok del giocatore che però ancora mancava. E finché non c’è la firma, si sa, bisogna continuare a provarci.
Il pressing
Fine maggio. Fassone e Mirabelli si presentano negli uffici di Luca Percassi dove c'è anche Sartori e mettono le carte in tavola. “A noi interessa Kessié e a lui la destinazione è gradita. Possiamo ancora discuterne?”. “Lo abbiamo promesso alla Roma, ma se la volontà del giocatore è quella di venire a Milano, allora non possiamo dire nulla” abbozzano i nerazzurri. Tradotto: portateci qui l’accordo con Franck e possiamo pensare di cedervelo.
Fassone esce dall’appuntamento non molto convinto e si prepara a tornare a Milano. È già tarda sera. Mirabelli gli dice: “Assolutamente no. Dobbiamo convincerlo subito o domani lo perdiamo”.
Non c’è orario che tenga: le aste non piacciono al Milan, convinto di poter trovare l’accordo con Kessié ma anche che la Roma avrebbe potuto presentare un’offerta più convincente. Il problema è l’ingaggio: ok i bonus, ma la base non poteva essere altissima. E quindi scatta il pressing. Mirabelli chiama Atangana, l’agente: “Riusciamo a trovare un posto in cui discuterne adesso?”. A quell’ora, oltre le dieci di sera, non c’è molto di aperto.
Trattativa nello sgabuzzino
Di ristoranti non si vuole nemmeno parlare (“Se ci vedono, salta tutto”, pensa Mirabelli) e gli alberghi non devono dare nell’occhio. Gira e rigira, si trova una sistemazione all’una di notte: una sorta di sgabuzzino in un hotel di periferia. “Fate venire anche lui”. Morale? Fassone, Mirabelli, Atangana, l’avvocato del giocatore e Kessié stesso si siedono attorno a un tavolo e, a furia di insistere, raggiungono un accordo.
C'è anche la firma su un precontratto, con Franck quasi addormentato: sta seduto sulla sedia, sente parlare gli altri e ogni tanto gli si chiudono gli occhi. “Dai, firma qui”, gli dicono a un certo punto. Tutto, pur di poter tornare a letto.
Il giorno dopo, Fassone e Mirabelli si ripresentano da Percassi e Sartori. Foglio di carta siglato, intesa raggiunta. Il 2 giugno viene formalizzata l’operazione di prestito biennale con obbligo di riscatto per un totale di circa 28 milioni di euro. La carrozza di Cenerentola torna zucca a mezzanotte. Questa volta, l’incantesimo è andato un po’ oltre e ha funzionato.