Teun Koopmeiners ha già il soprannome. "Generale". Così da sempre. “È quello che si prende le responsabilità, calcia i rigori e le punizioni. Un comandante del centrocampo”. Teuncrazia. Il governo di Teun. Colpo a 14 milioni dell’Atalanta di Percassi e Gasperini: “A quelle cifre è un acquisto incredibile, lo voleva mezza Europa”.
Garantisce Pascal Jansen, allenatore dell’AZ Alkmaar dal 2020 ed ex ‘head coach’ nelle giovanili del Psv. “Ho visto crescere talenti di un certo tipo. Lammers, Scamacca, Boadu, Teun, anche Ihattaren”. Talentino della Juve mandato in prestito alla Samp. Ne parleremo poi. Intanto, via zoom, Pascal ci ha raccontato qualcosa su Koopmeiners.
Qualità
Teun arriva dalla miglior stagione in carriera: 17 gol in 40 partite, più il debutto in nazionale olandese contro il Messico. “È il futuro degli Orange, si è visto anche nel 6-1 contro la Turchia. Assist dei suoi a tagliare l’area e gol. Ha le qualità del centrocampista moderno: forza, velocità, grinta, corsa”. Terzo olandese di casa Dea dopo De Roon e Hateboer: “Può giocare in un centrocampo a due o a tre, non fa differenza. In più, se serve, gioca anche da centrale difensivo. Gasperini gioca un calcio che piace molto anche a Teun: dominare il gioco, imporre la propria idea". Un generale.
Koopmeiners è nato a Castricum, trentamila abitanti, a una ventina di minuti in macchina da Amsterdam, ma l’Ajax non l’ha mai sfiorato. “È nato e cresciuto con l’AZ. Ha presente quando si parla di quei bambini che realizzano sogni giocando per la squadra che tifano? Lui è questo. quando ha lasciato il club è scoppiato a piange. Ci siamo commossi anche noi”.
Professionalità
Nonostante il suo trasferimento fosse storia chiusa, Teun ha giocato 4 partite con l’AZ prima di salutare. Due in Europa League e altrettante in Eredivisie. “Prima della sfida con l’Heerenveen gli ho chiesto se se la sentisse di giocare. Sapevamo che sarebbe andato via a breve, ma disse di non preoccuparmi. Avrebbe onorato la maglia fino all'ultimo".
Capitano il giorno dell'addio. “Abbiamo sempre avuto un bel rapporto - racconta Jansen, col sorriso -, quando sono diventato allenatore dell’AZ è stato il primo con cui ho parlato. Tattica, schemi, giocatori, potenzialità, gruppo. Conoscevo già il club, ero il vice di Arne Slot, ma Teun mi ha sempre aiutato. L’ho visto crescere in campo, sono felice”. Ora lavorerà con suo fratello Peer, un paio d’anni più giovane del “generale”. “Da quest’anno giocherà in prima squadra. È un bel giocatore, vediamo”. Magari sarà l’ennesima plusvalenza del club, che intanto estate ha salutato anche Boadu (Monaco), Bizot (Brest) e Stengs (Nizza). “Siamo sempre l’AZ. Giovani e forti”.
Discovery Ihattaren
Pascal ha incrociato anche ‘Momo’ Ihattaren, perla di Utrecht come Van Basten prima di lui. “Sì, ma piano con i paragoni”. Esterno mancino che gioca a destra, 19 anni, l’uno contro uno a colazione e il tiro a pranzo. Il menù di Ihattaren è noto da tempo, lo dice anche Jansen, ma va seguito: “Negli ultimi tempi ha avuto dei problemi fuori dal campo, parecchie distrazioni. Spero che l’Italia lo aiuti a tirar fuori il gran talento che ha”.
Quello che stregò il Psv fin da giovanissimo. “Dal 2013 al 2015 ho allenato l’U19, poi la seconda squadra. Il primo giorno che ho visto ‘Momo’ non me lo scordo più. Aveva 14 anni, fece girare la testa a ragazzi più grandi di lui. Lo vedevi lì, in quel 6 contro 6, sicuro di sé e a testa alta. È sempre stato così”.
Soprattutto all’estero. “Tournée a Liverpool. Grandi squadre: Chelsea, Tottenham, City, Everton. Lui fu decisivo sempre. Tra le fila degli Spurs c’era Noni Madueke, oggi al Psv, bel centrocampista. A fine partita mi ferma suo padre. ‘Quel ragazzo deve salire sul pullman verso Londra!”. Stregò tutti, spero lo faccia anche in Italia”. Juve e Samp incrociano le dita.