Martin Jørgensen è uno dei grandi nomi della Serie A tra gli anni ’90 e Duemila. Arrivato nel 1997 nell’Udinese, è rimasto in Fruili fino all’estate 2004, quando è passato alla Fiorentina. Nel nostro campionato dal 1997 al 2010, per ben 13 anni, vanta 337 presenze e 44 gol. In bianconero, oltre a vincere la Coppa Intertoto nel 2000, ha giocato 16 partite in Coppa Uefa, mentre con la Fiorentina ne ha giocate 7 in Champions League con un gol, quello segnato ad Anfield contro il Liverpool, contribuendo alla vittoria per 2-1 della squadra di Prandelli.
La nostra intervista a Martin Jørgensen
Abbiamo intervistato Jørgensen a Leicester e abbiamo parlato del livello del nostro calcio italiano. “La Serie A – dichiara l’ex centrocampista viola – è ancora un grande campionato ma non è più il migliore come lo era una volta. I grandissimi campioni ormai sono qui in Inghilterra, perché i soldi sono qui. Ma la Serie A si sta rialzando un pochino. Provo a seguire il campionato dalla Danimarca per quello che posso e mi auguro di vedere le squadre italiane andare avanti in Europa”.
Fare bene in Champions League, in Europa League ed in Conference, infatti, è l’unica strada secondo Jørgensen per dare nuova credibilità al calcio italiano. “Se non fai bene nelle competizioni europee – spiega - i grandi giocatori non vengono in Italia. E’ ovvio che i top players vogliano vincere la Champions League e se non lotti per certi traguardi guardano altrove, alla Spagna e all’Inghilterra”.
La Fiorentina, Vlahovic e Chiesa
Parlando con l’ex centrocampista, è inevitabile toccare l’argomento Fiorentina. “Sono tornati a giocare in Europa come una volta – dice Jørgensen - e questo è già un bel segnale. Così come il nuovo centro sportivo che stanno costruendo. Hanno un bel progetto ma a Firenze bisogna avere un po' di pazienza.Purtroppo i tifosi della Fiorentina ne hanno poca”.
Alla domanda sul miglior giocatore della Serie A, Jørgensen fa finta di avere qualche dubbio: “Posso avere 30 minuti per riflettere? (ride ndr) Vlahovic è forte forte. Se è ai livelli di Haaland? No, appena appena sotto, ma solo perché gioca nella Juve e non nella Fiorentina (ride ndr). Chiesa, inoltre, durante l’Europeo è stato devastante. Spero che torni a quei livelli lì, perché l’Italia ha bisogno di lui. Visto dalla Danimarca è il miglior italiano”.
“Non è un Mondiale se non c’è l’Italia”
L’ultima battuta Jørgensen la riserva per commentare l’eliminazione della Nazionale italiana dal Campionato del Mondo. “L’Italia ci deve essere sempre al Mondiale – conclude l’ex calciatore danese -. Non è un Mondiale se non c’è l’Italia. Essere stati eliminati per la seconda volta consecutiva è una grande delusione per gli italiani e anche per noi che amiamo il calcio italiano”.
A cura di Alessandro Schiavone