Quando l’Atalanta decide, non cambia idea. Tira dritto. E visto che parliamo di Malinovskyi, verrebbe da dire che tira dritto, forte e potente. Mossa giusta: Sorpresa? Macché. Certezza.
Ci sono voluti tanti mesi per portare a termine la trattativa con il Genk nell'estate del 2019, ma che il futuro di Malinovskyi fosse italiano, lo intuiva lo stesso giocatore da tempo. La firma con l’Atalanta è del 16 luglio: un parto piuttosto travagliato. I primi contatti sono stati ad aprile, quando Stefano Antonelli e Fabio Parisi avevano cominciato a parlarne con la dirigenza bergamasca per conto dell’agente, Sergej Serebrennikov.
Già il gennaio precedente, a dire il vero, il profumo di Serie A cominciava a sentirsi, ma con la Roma. Monchi e Massara avevano avviato una trattativa con il Genk, che però aveva sempre declinato: Ruslan era troppo importante, e la squadra si stava giocando il titolo che avrebbe poi vinto a fine stagione. Ma questa è un’altra storia.
Malinovskyi e i retroscena di calciomercato
Quella che riguarda gli orobici parla di un duello lungo, molto lungo, con tre club: Sampdoria e Fiorentina e… il Genk (ci torneremo dopo). Ma l’Atalanta aveva più carte da giocarsi: a Ruslan piaceva il modo di giocare della squadra e gli piacevano anche molto gli obiettivi da Champions che il gruppo si era posto strada facendo. E poi, lo dicevamo, quando i nerazzurri decidono, decidono. Era arrivato anche l’ok di Gasperini, dopo quello di Sartori e Percassi: a seguito di un ulteriore incontro in Sardegna con gli intermediari, si era stabilito di affondare il colpo.
La prima proposta? 10 milioni con 1 di bonus. Non male, ma non abbastanza per il club di Peter Croonen, che spesso faceva finta di non farsi trovare. Eccolo, l’ostacolo del Genk: chiamate continue, poche risposte. “Scusatemi, sono in barca e non prende bene”. Oppure: “Scusatemi, ho una riunione urgente, dovremo parlare di Ruslan più tardi”. Come risolverla? Antonelli e Parisi avevano cominciato a volare con una certa frequenza verso il Belgio, per convincere la società a portare a termine l’operazione.
Detto, fatto. L’ostacolo economico si sarebbe risolto, dopo tanto parlare, a inizio luglio: 13,5 milioni più un premio di formazione. “Abbiamo dato la nostra parola, veniamo all’Atalanta”. Serebrennikov non aveva mai cambiato idea, convinto che a Bergamo il talento di Malinovskyi sarebbe cresciuto ancora.
Da quando è arrivato in Italia, Ruslan ha giocato tra tutte le competizioni, sfornando ottime prestazioni, gol e assist.