Storie di numeri dieci, classe infinita e caratteri non sempre facili da gestire. Diego Armando Maradona ne è l’esempio più eclatante: il più grande di tutti in campo, impossibile da gestire fuori. In poche parole un incubo da marcare. Anche in sede di Calciomercato.
È il 30 giugno del 1984 e Maradona è ufficialmente un giocatore del Napoli. Un colpo, come fosse un gol decisivo, messo a segno da Ferlaino all’ultimo minuto. Anzi, anche oltre lo scadere. Come è possibile? Colpa del presidente del Barcellona Gaspart, che nonostante tutte le rassicurazioni finanziare del caso non voleva lasciare andare via Diego. L’acquisto di Maradona non poteva però essere bloccato, dal momento che rappresentava un grande biglietto da visita per tutto lo sport italiano. Ma non fu il solo motivo. Le garanzie alle banche spagnole arrivarono direttamente dalla Banca d’Italia, grazie al grande lavoro di Ferdinando Ventriglia, banchiere soprannominato “Re di Napoli”. La corona passerà poi presto sulla testa di Maradona.
Oggi basta una mail per consegnare i documenti, all’epoca andavano portati a mano negli uffici milanesi del pallone. Ferlaino ci arriva il mattino seguente, portando il Pibe de Oro in una città con cui avrà un rapporto d’amore incredibile, reciproco e viscerale. Sarà simbolo, idolo e bandiera, non solo della squadra ma anche del popolo napoletano. Un segno del destino che il suo acquisto sia stato formalizzato oltre il tempo massimo. Eccolo, il contratto de Dios.
Una storia bellissima quella tra Maradona e il Napoli, che si sarebbe potuta però interrompere prima del previsto. È il 1989 e le proposte per Diego sono tantissime. A provarci é il Marsiglia del Presidente Tapie, scomparso l’altro ieri a causa di un tumore con cui ha combattuto anni. Offrì a Maradona il doppio dello stipendio che percepiva a Napoli e con l’allenatore Hidalgo lo venne anche a trovare in Italia. Ferlaino aveva promesso al Pibe che se avessero vinto la Coppa Uefa lo avrebbe lasciato partire. Una piccola grande bugia, a fin di bene. Il Napoli vince, ma il presidente finge di dimenticarsi ogni promessa fatta. Diego resta a Napoli, niente da fare.