“Sono arrivato dalla Pro Vasto nel 2007, dalla Serie C, anzi C2 all’epoca. Il Catania mi ha catapultato in Serie A, non sapevo da subito che ne sarei diventato simbolo, ma avevo già grande riconoscenza per il club che mi ha portato ai massimi livelli”. Ci racconta in esclusiva Marco Biagianti, capitano eterno del Catania, che a 37 anni non ha ancora finito di stupire, letteralmente.
Un'altra possibilità, sempre a Catania
Nel 2020 è finita la sua avventura con il Catania calcio, ma non quella di amore e gratitudine verso la città che lo ha adottato. Nonostante le possibilità di mercato, “mi hanno chiamato ex compagni e diverse squadre, potevo fare ancora almeno 1 o 2 anni altrove senza problemi”, la scelta è ricaduta ancora su Catania, anche se inevitabilmente in un'altra veste. Accettando la proposta della Meta Catania di calcio a 5, o meglio futsal. Una squadra ambiziosa che nell’ultimo campionato, il primo di Biagianti sul parquet, è arrivata quasi a sorpresa alla finale Scudetto, poi persa. Ma è un argento importante, per il centrocampista fra tutti, che con orgoglio ha anche postato la foto con la medaglia su Instagram.
Biagianti, dalla Serie C alla finale Scudetto nel calcio a 5
“Il mio principio era: o gioco a Catania o smetto” continua Biagianti, “così quando si è concretizzato l’addio alla squadra dopo l’uscita dai playoff di Serie C nel 2020, poteva essere la chiusura definitiva del mio capitolo sul campo. Invece c’è stata questa bella possibilità: continuare con la Meta rappresentando sempre la città di Catania, con una maglia rossazzurra, con il mio numero 27. Così ho detto “sì””.
Anche se non è stato facile il passaggio da un mondo all’altro: “Il calcio e il futsal sono due sport diversi. Per me è cambiato il campo, le regole, la palla, tutto insomma. Spesso sono rimasto agli allenamenti molto più tempo degli altri, per imparare al meglio e adattarmi. Però ho avuto la fortuna di essere arrivato in un gruppo bellissimo, che mi ha aiutato dal primo giorno. Una squadra forte e i risultati si sono visti anche sul campo”.
Biagianti ha sposato davvero tutto di Catania, anche se le origini fiorentine non si possono dimenticare: “Sono cresciuto nella Fiorentina da quanto avevo dieci anni. Andavo in curva allo stadio, ho giocato nelle giovanili e ho anche fatto le prime presenze da professionista dopo il fallimento. Quando tornavo da calciatore al Franchi non capivo nulla, era tutto un sogno. C’è anche stata la possibilità di tornare in viola diversi anni fa, ma credo nel destino e penso che la mia carriera dovesse essere questa”.
Biagianti a Catania, bandiera per sempre
E chi siamo noi per dire diversamente? Spesso guardiamo con nostalgia al passato e alle bandiere infinite, ma a volte basta alzare lo sguardo per trovarcene alcune ancora davanti. Come Marco Biagianti a Catania, arrivato da ragazzo, tornato da leader maturo e reinventato nel futsal pur di continuare a vestire quella maglia, onorata e rispettata fin dal suo primo giorno in Sicilia.