Quando è arrivato al Milan aveva diciassette anni, non parlava la lingua e, dopo solamente sei mesi, è stato bloccato in casa, come tutti, a causa della pandemia. Si è trovato in difficoltà, Andreas Jungdal, senza nemmeno i suoi guantoni e il pallone a tenergli compagnia. Ma ha saputo trarre il meglio dalla sfortuna: ha studiato l'italiano e si è portato avanti per la patente.
Oggi di anni ne ha diciannove, parla un italiano perfetto e guida già da qualche mese. Così giovane, ma già un gran lavoratore, capace di curare sia l'aspetto fisico che quello mentale. La testa sulle spalle e una grande etica del lavoro. Combo che nel calcio, spesso, porta i suoi frutti.
Dalla firma con Maldini all'occasione tra i grandi
Il giorno della firma con il Milan non ci credeva: era nella stessa stanza di Paolo Maldini, si scambiavano strette e sguardi di intesa e scattava foto con lui. La maglia rossonera tre le mani e, presto, anche nel cuore. Già, perché - ci assicura chi gli sta vicino - "Andreas è innamorato del Milan".
Per i suoi colori darebbe tutto e la passione lo sta premiando: complice l'infortunio del terzo portiere Plizzari, Jungdal è entrato a far parte della prima squadra in pianta stabile. Studia Maignan e cerca di carpirne i segreti. E ora, proprio a causa di un problema al polso che terrà il compagno francese lontano dai campi per qualche partita, potrebbe avere l'occasione di debuttare, nonostante l'arrivo di Mirante.
Ufficiale in rinnovo
Se ancora non si fosse capito, il Milan punta su di lui. Un'altra prova? Il rinnovo fino al 2024 (prolungamento biennale) arrivato questo lunedì. Passo dopo passo, step dopo step, il classe 2002 sta crescendo. Ricordando che, in un momento di difficoltà e infortuni, i rossoneri ebbero l'audacia di lanciare Donnarumma tra i grandi. E Jungdal spera che possa ripetersi una scena simile.