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Davide
Masi

Al Benfica per…una sacca di palloni: la storia di Renato Sanches, il portoghese che stuzzica il Milan
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Appena 24 anni e già un bagaglio pieno di esperienze: la carriera professionistica di Renato Sanches è iniziata molto presto, e in maniera probabilmente troppo affrettata. Mancava qualche mese agli Europei del 2016 quando, in Portogallo, iniziano a circolare delle voci su un ragazzino del settore giovanile del Benfica, convocato da Fernando Santos per il campionato europeo in arrivo: “È un fuoriclasse, un vero crack”. 

 

 

 

 

 

14 giugno 2016, Saint-Etienne. Il Portogallo è impegnato nell’esordio a Euro2016 contro l’Islanda, quando al 71’ Fernando Santos si gira verso la panchina e chiama il “ragazzino”. È il momento di Renato Sanches, centrocampista portoghese classe 1997. Pian piano l’allora diciannovenne si prende il posto da titolare, diventando il calciatore più giovane a partire dal primo minuto nella storia degli europei. Nato ad Amadora, un comune nel distretto di Lisbona, ma con origini capoverdiane, Renato entra nel settore giovanile del Benfica nel 2006, dopo aver iniziato nelle Águias di Musgueira.

 

I dirigenti del Benfica ci avevano visto lungo, assicurandosi il ragazzino di Amadora per appena 750€ e una sacca di palloni. Pian piano inizia la scalata nel settore giovanile del Benfica, affermandosi in prima squadra nel 2014. L’ascesa di Renato Sanches è stata probabilmente fin troppo rapida, creando delle aspettative pesanti per un ragazzino. L’exploit, come già detto, arriva nel 2016: convocazione e la conquista di Euro2016 con il Portogallo e vittoria del premio di Golden Boy dell’anno. In pochissimo tempo Renato finisce per essere etichettato come predestinato, attirando l’attenzione di diversi top club europei, uno su tutti il Bayern Monaco, che decide di sborsare quasi 40 milioni di euro.

 

 

 

 

In Baviera, le aspettative sull’ex Benfica sono altissime. Il classe 1997 però non riesce a imporsi, iniziando pian piano a deludere. La stagione successiva viene spedito in prestito allo Swansea, tornando a Monaco dopo un anno. Con Kovac in panchina, Renato Sanches raccoglie appena 18 presenze e 1 gol, finendo nella lista dei partenti.

 

La rinascita

 

 

 

 

La carriera di Renato sembrava ormai destinata a un epilogo già scritto, ovvero quella di “talento bruciato”. Nel 2019 arriva però la chance di rimettersi in gioco, in un club con un progetto importante, il Lille. La società francese inizia a investire molto sui giovani: Maignan, Osimhen, Pepé, Leao, Ikoné. Insomma, il club guidato da Christophe Galtier ha tutta l’intenzione di puntare su ragazzi talentuosi e promettenti. Qui Renato Sanches inizia a rinascere a suon di prestazioni eccellenti: corsa, qualità e un dinamismo fuori dal normale.

 

 

 


 La scorsa estate tanti top club hanno provato a sondare la pista per il portoghese, uno su tutti il Barcellona: “Dovevo andare al Barcellona in estate, poi il mio infortunio ha fatto saltare tutto”. Ha rivelato nell’intervista a “L’Equipe”. Il portoghese si sente pronto per il salto in un grande club, strizzando l’occhio anche al Milan: “Ho parlato con il mio agente, so quali club stanno chiamando e quali no, ma ora non posso dirlo. Ma so di essere pronto. Se succede, vedrò cosa è meglio per me. Il Milan? E’ un grande club, un club storico. La classe. Mi piace”. Renato strizza l’occhio a Maldini e a gennaio i rossoneri hanno provato l'assalto. 

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