Show, battute in conferenza stampa e attacchi agli avversari. Mourinho è questo e tanto altro, ce lo ha dimostrato negli anni. In una frase: gestione totale della comunicazione. Da sempre. Dai tempi del Porto fino alla Roma. Tanti i nemici, vari gli scontri con i giornalisti, molte le risate. Dal “io non sono Pirla” durante la prima conferenza con l’Inter ai famosi “Porquè” rivolti alle scelte dell’Uefa negli anni del Real. Special One, in tutto e per tutto.
Al termine della gara contro il Milan abbiamo rivisto in conferenza il vecchio Mou, come è un po’ che non lo si vedeva. “Data la reazione dei tifosi allo stadio (fischi nei suoi confronti) sono felice di aver detto quel “No” al Milan quando mi cercarono tre anni fa”. Secco, chiaro e dritto al punto. Questo è Josè.
Trasparenza, strategia e nessun pelo sulla lingua. Mourinho è uno che se le cose le deve dire, le dice. Alla sua maniera, ma di certo non se le tiene. Sempre con la giusta dote di strategia e cercando il momento migliore per farle uscire. Il Milan nell’estate di tre anni fa ci ha provato e lui ha rifiutato. “Perché uno come me non può allenare il Milan”. Riferimento più che mai chiaro al suo glorioso passato in nerazzurro. Triplete e tanti segnali d’amore reciproco scambiati negli anni. Andare al Milan avrebbe rovinato il rapporto. Ecco il primo buon motivo per dire di No.
Un sogno di mezza estate che poteva diventare realtà. Perché il pressing della dirigenza del Milan è durato tre giorni, ma Mou ci ha pensato e ha impiegato 72 ore per sciogliere le riserve. “Grazie dell’interesse, ma non posso”. Nulla da fare, ma giusto provarci. Oggi a distanza di tre anni Josè ha ritirato fuori questa storia. Come a dire: mi fischiate ma mi avete pregato di venire da voi. Lui te lo dice senza giri di parole. Diretto e schietto. In altre parole, anche in questo Special.