Dodici anni nel consiglio di amministrazione, sette da vicepresidente. Più altri otto da calciatore. Una vita - calcistica - legata al bianconero, e ora le strade si separano. Pavel Nedved e la Juventus si salutano dopo le dimissioni dell'intero Consiglio d'Amministrazione.
Ma com'era iniziata la lunga storia d'amore con i bianconeri? Acquistato dalla Juventus senza saperlo. È il destino che è toccato nel 2001 a Pavel Nedved. Una storia lunga otto stagioni, ma iniziata con una volontà... diversa. Il centrocampista ceco era reduce da cinque stagioni alla Lazio, uno dei protagonisti nella vittoria dello scudetto 1999-2000. Un rendimento in crescita anche nella stagione successiva dove segna 13 gol tra Serie A, Champions League e Coppa Italia.
Ecco che allora la Juventus, nell'estate 2001, lo mette nel mirino. L'affare, tra club, si chiude quasi subito, al primo vero incontro tra le parti: il presidente Cragnotti accetta l'offerta di 40 miliardi di lire e buona fortuna Pavel. "Non diciamo niente a nessuno, mi raccomando" decidono il presidente della Lazio e Luciano Moggi, nascondendo tutto sia al giocatore che al suo agente, un giovanissimo Mino Raiola alle prime esperienze.
Per definire la trattativa manca quindi solo l'ok di Nedved. Un giorno Moggi va a Roma e lo chiama in gran segreto. "Senti, se ti contattasse la Juventus tu saresti contento?". La risposta? Netta: "Per carità! Sto bene qui". Peccato che i bianconeri lo avessero già comprato. Dieci giorni dopo Moggi si rifà vivo, Nedved si trova a casa a Praga, durante una sosta per le nazionali. Il ds della Juve invita Pavel a Torino: "Puoi anche rifiutare, ma dammi una soddisfazione: vieni a Torino! Vieni a vedere che aria tira qui: ti mando un aereo privato e poi decidi".
Il giocatore accetta e l'astuto dirigente mette in atto la sua strategia, un po' oltre i limiti della correttezza: avvisa tutta la stampa possibile riferendo giorno, ora e luogo dell'arrivo del volo. Nedved, certo di non trovare un'anima viva, appena esce dall'aero trova cinquanta giornalisti pronti a filmarlo, fotografarlo e intervistarlo. Immagini che fanno il giro d'Italia e a Roma iniziano a chiamarlo "traditore". Un buon motivo per trasferirsi a Torino alla corte di Marcello Lippi.
E con quella maglia ha anche segnato due gol contro la Lazio: uno ininfluente ai fini del risultato, l'altro decisivo. 24 aprile 2005, stadio Olimpico. 0-1 per i bianconeri con gol di Pavel, quel caschetto biondo che non voleva lasciare la Lazio.