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Redazione

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Nel ricordo e in memoria di Davide Astori: protagonista anche nel mondo del mercato
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Dal 2018 il 4 marzo non è più una semplice data sul calendario calcistico. Così come alcune partite hanno assunto un'importanza vitale, perché di vita si parla. Come Udinese-Fiorentina, o Fiorentina-Cagliari o ancora Fiorentina-Milan. Lo sappiamo: Astori in rossonero è cresciuto, in viola è diventato grande. Grande davvero. Il nostro ricordo per lui è forte, il nostro cuore batte. Non passerà mai. Ci piace raccontare di lui un retroscena di mercato che lo ha coinvolto durante la sua carriera da calciatore, perché vogliamo che Davide resti qui, nei nostri pensieri, sempre. 

 

 

Il Cagliari è appena passato di mano, da Cellino a Giulini, presidente giovane e ambizioso, ma soprattutto nuovo nel mondo del calcio. Giulini decide, tanto per iniziare, di affidarsi a chi la Sardegna la conosce molto bene e sceglie Francesco Marroccu come ds, un gradito ritorno.

«Direttore, abbiamo due problemi da risolvere.» Subito, così, seduta stante.«Dica.» Il primo riguarda l’allenatore, perché il desiderato Zeman non accetta la proposta e tentenna da settimane. Il secondo coinvolge Astori. «Me lo stanno soffiando, dobbiamo fare qualcosa per salvaguardare un patrimonio del club.» Il difensore, infatti, si trova a un anno dalla scadenza del contratto e, saputo dell’imminente arrivo di Zeman, storicamente poco attento al reparto dove lui gioca, non intende prolungare.

«Pare si sia accordato con la Lazio, ma a me non ha chiamato nessuno» rivela Giulini a Marroccu, che inizia a ragionare sulla strategia da adottare. Innanzitutto discutere con l’agente del ragazzo. O meglio, gli agenti, perché Davide in quella fase della carriera è seguito sia da Claudio Vigorelli sia da Renzo Contratto. E il vaso si scoperchia molto presto. La linea la detta il primo dei due, Vigorelli, che ha già stretto la mano al presidente della Lazio trovando una bozza di intesa verbale.

«Vedrai che Lotito ti darà 4 ma anche 5 milioni di euro...» è la risposta del procuratore, fiducioso che tutte le parti in causa non ci rimettano un euro.

I biancocelesti, però, non fanno un passo e attendono: il ds Tare non chiama, e Lotito, con cui Marroccu ha un grande rapporto dai tempi del Cagliari di Cellino, men che meno. Così il direttore sportivo dei sardi decide, furbesca- mente, di agire in ripartenza e sollecita l’altro agente di Astori, Contratto, stuzzicandolo nell’orgoglio.

«Ma ha fatto tutto Vigorelli? E tu? Scusa, ma perché non provi a sondare un’altra squadra che non sia la Lazio, magari…». Magari la Roma. La rivale che farebbe saltare qualsiasi tipo di tattica razionale. L’idea, quasi maligna, si pianta nella testa dell’interlocutore, che non può fare a meno di provarci e convince il ds giallorosso Sabatini a meditare lo sgarbo.

 

 

«Caro Marroccu, ma puoi davvero darci Astori? Sarei molto interessato.». Poker servito per il Cagliari. «O te lo vendo a 7 milioni oppure te lo giro in prestito dopo avergli rinnovato il contratto.». Le intenzioni combaciano e la trattativa prosegue come un fiume in piena fino all’incontro decisivo, a Milano: la formula è un prestito di 2 milioni con riscatto a 5. L’occhio è vispo, Sabatini da volpone sa che il Cagliari può giocare al rialzo. «Mi raccomando, eh, ci siamo stretti la mano…».

Dodici ore dopo Marroccu va infatti al contrattacco e rilancia... con la Lazio. «Buongiorno, presidente Lotito, come sta?». «Ah “Marrò”, sei tornato! Dimmi tutto.». «Mi è arrivata una richiesta importante per Astori, però un uccellino mi ha detto che potrebbe essere interessato anche lei: volevo avvisarla, visto che mi ha dato tanto nel calcio e sono ancora in debito.». Lotito si silenzia per qualche secondo e poi rivolge la sua attenzione a Tare. «Igli, Igli... ma questo “Asto”, “Asto”, “Astori” ci interessa?». «No, pres.». Nada. «Scusa, Marroccu, ma nel caso a quanto lo daresti?»

La risposta è 7 milioni e Lotito non fa una piega. «Vendilo! Sei un fenomeno se lo vendi a 7, fai benissimo.» Un bluff tira l’altro. Con Sabatini, che nel frattempo già si sente al traguardo. «Il giocatore è mio, qualsiasi cosa succeda» rincara Walter al ds del Cagliari qualche giorno dopo quel ping-pong di telefonate. Il colpo di scena, però, è dietro l’angolo, e si consuma il 23 luglio di quel 2014 a Sappada, provincia di Belluno, nel ritiro estivo dei rossoblu. 

«Presidente, chiami Lotito e lo avvisi che stiamo vendendo Astori» è lo scrupolo di Marroccu, che vuole togliersi il pensiero, prima di mettere nero su bianco. Così Giulini agisce incassando un altro «non ci interessa» bello grande come una casa. Via libera, quindi. Astori va in conferenza stampa, accompagnato dal ds, e annuncia il rinnovo triennale. Propedeutico poi al passaggio in prestito alla Roma. Non appena Marroccu si alza da quella sedia, scoppia il finimondo.

«Mi sta chiamando Lotito, aspettate un attimo.» Le grida del numero uno della Lazio sfondano i timpani. «Ah “Marrò”, ma stai a scherzà?». Il dirigente, spaesato, si trova assolutamente impreparato, sbalordito da quella reazione improvvisa. «Astori deve venire da noi!!!» insiste furibondo l’altro, incollato al telefonino. Che poi chiude in bellezza. «Adesso ti raggiunge Tare in ritiro» detta così, quasi una minaccia.

Tempo qualche ora e il ds della Lazio spunta davvero, in tarda serata, nel ritiro del Cagliari, quando le Dolomiti già sognano. La richiesta è una sola. «Rimangiati la parola con loro e ce lo dai a noi.» Impossibile. «Il giocatore è già della Roma! Igli, mi dispiace, ma tu non mi hai mai chiamato…». Marroccu e Tare non si parleranno mai più, i rapporti Cagliari-Lazio in frantumi, mentre Astori vestirà giallorosso, per il primo derby vinto ancor prima di scendere in campo. Alla fine di quella stagione, e nonostante la bagarre per averlo, il riscatto non viene esercitato: Davide torna in Sardegna per fine prestito, ci resta solo il tempo necessario per essere ceduto alla Fiorentina, dove si legherà per sempre a quei colori. E ai nostri cuori, unendo l’Italia nel suo dolce e commosso ricordo. 

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