Una carriera lunga quasi 20 anni, inseguendo un pallone non smettendo mai di sognare. Nicola Legrottaglie è stato uno dei giocatori più iconici del calcio italiano degli anni 2000 e che ha indossato le maglie di Chievo, Juventus, Milan e Catania. Un giocatore che si è fatto sempre volere bene dai suoi tifosi credendo sempre sulle proprie qualità e capacità. "Io ho capito fin da piccolo che dentro di me avevo un grande talento innato che ho educato col tempo. Se Dio te l'ha dato lo devi saper sfruttare. Grazie a ciò sono riuscito a sfondare nel mondo del calcio".
"Se sei un giocatore bisogna vivere alla giornata con il tuo talento. Se lo hai - dice Legrottaglie - la chiamata arriva. Bisogna stare sereni e vivere la vita con gioia e tranquillità. Non bisogna crearsi aspettative perché può rovinare il talento che hai dentro." Secondo l'ex difensore il segreto per diventare campioni è nella quotidianità della propria vita personale: "Consiglio di vivere giorno per giorno, anche l'allenamento più stupido. Goderti questi momenti è fondamentale. Pensare al dopo è solo motivo per porsi l'obiettivo, ma bisogna pensare alla vita quotidiana."
Legrottaglie e il Chievo dei miracoli
Il calcio è uno sport capace di regalare delle pagine sportive memorabili. Una di queste è il Chievo di Luigi Delneri 2001-2002. La prima storica stagione in Serie A dei clivensi è da sogno e il quinto posto finale suggella una stagione da favola. Nei gialloblù in quell'annata magica spiccava Nicola Legrottaglie alla prima storica stagione in massima serie: "Il Chievo è stato il contesto giusto per me e per fare esplodere le mie qualità. Se si trova il contesto giusto è tutto più semplice. Il segreto di quella squadra? Ma in realtà nessuno. Si è creato un mix perfetto dove c'era davvero di tutto. Il calcio è fatto di cicli. In quegli anni il ciclo del Chievo è stato più che positivo. Adesso per rivedere il Chievo in Serie A passeranno chissà quanti anni o forse non li rivdranno mai. Io credo molto nella ciclicità in questo sport."
Legrottaglie e gli anni con la Juventus
La tappa più importante per Nicola Legrottaglie sicuramente è stata la lunga esperienza a Torino con la Juventus. In bianconero il difensore centrale è cresciuto, maturato e diventato un punto di riferimento del reparto difensivo. "La Juventus è stata una tappa fondamentale della mia carriera e della mia vita. Chi gioca con questa squadra verrà ricordato per sempre, perché si tratta di una società che lascia un segno in questo mondo. Mi sento fortunato perché sono rimasto 7 anni a Torino e ho vissuto diverse esperienze". Infatti Legrottaglie ha vissuto tanti anni a Torino accumulando minutaggio ed esperienza per la definitiva consacrazione: "Ho preso parecchie batoste prima di capire realmente cos'era la maglia della Juve. Quando mi sono riconquistato l'affetto e la stima di pubblico e ambiente è stato tutto più semplice". Col tempo il difensore si è preso molte rivincite, giocando anche partite importanti in palcoscenici da sogno come il Bernabeu. "Mi sono goduto tutte le cose più belle. Ho potuto vivere in quegli anni una mentalità vincente, a Torino si vive soprattutto di questo. Si può capire cosa si fa per vincere e come si sta a certi livelli. Ci sono dei principi da seguire e la Juve te li insegna".
I sei mesi al Milan e l'amore con Catania
Dopo le tante stagioni in bianconero nel 2011 Legrottaglie passa al Milan di Massimiliano Allegri, in una stagione dove il difensore vince il suo primo scudetto in carriera: "I sei mesi vissuti a Milano sono stati fondamentali per capire come si vince un campionato. Ho ricevuto tanto a livello umano dai miei compagni e ci siamo stimati e voluti bene. Ho avuto tanti buoni rapporti al Milan". Quella breve esperienza è stata anche caratterizzata da quel brutto infortunio in un Milan-Lazio di Coppa Italia contro Libor Kozak: "Ho vissuto questa esperienza con la massima serenità. Ci sono dei momenti in cui uno è protagonista e altri in cui si sta a guardare e analizzare".
Una delle pagine più belle della carriera di Legrottaglie è stata senza ombra di dubbio con la maglia del Catania dal 2011 al 2014. Tre anni di livello in cui l'ex Juve rinasce e vive gli ultimi atti di una grande carriera. "Il legame con Catania è molto forte per me. Questa è stata una tappa che ha segnato una parte della mia vita. Lì io ho potuto constatare e vivere il cuore della città. Ero immerso nella quotidianità coi catanesi a livello umano, sociale e sportivo. In Sicilia c'è tanto potenziale, con tutti i pregi e i difetti. Spero che la politica e la classe dirigente sportiva possa sviluppare questo potenziale non sfruttato. Sarò sempre legato ai colori rossazzurri". Legrottaglie non esclude nemmeno in futuro un suo possibile ritorno in terra etnea: "Perché no? Nel mio cuore ho sempre lasciato aperte le porte per il Catania. Quando arriverà la chiamata se mi sarà permesso di sviluppare ciò che penso per questa città lo farò con piacere".
Nicola Legrottaglie in panchina
Dopo il ritiro Nicola Legrottaglie ha scelto di intraprendere la strada da allenatore. Infatti nel 2015 ha iniziato il suo percorso in Serie C con l'Akragas e poi ha guidato anche il Pescara sia a livello giovanile che la prima squadra in Serie B. "Da allenatore credo di essere portato. Ho delle qualità di leadership e competenza che mi permettono di fare questo lavoro. Altrimenti non avrei mai iniziato. Ho deciso io di iniziare questo percorso e ho anche visto il lato peggiore di questo mondo che forse altri avrebbero evitato. Ad oggi non è arrivato quello che io speravo per via di dinamiche e contesti che non hanno potuto far sviluppare le mie potenzialità. Spero al più presto di trovare una squadra che possa fare ciò. Sono un allenatore che vuole il massimo per quello che ha. Un gioco veloce e di gamba, fatto di accellerazioni e di occupazione di spazi. I miei giocatori devono sempre essere propositivi e non subire l'avversario".