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Lorenzo
Cascini

Dal derby al derby, la rivincita di Pedro
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Decisivo, come lo è sempre stato in carriera. Pedro é l’uomo delle finali, quello che quando conta c’è. Lo è stato nel derby della Capitale di ottobre 2021, contribuendo al successo biancoceleste con il più classico dei gol dell’ex. Vittoria e popolo laziale in paradiso. Segnare per lui, sotto la sua vecchia Sud, vale doppio: era stato escluso da Mourinho l'estate prima, si è preso la sua rivincita mettendola dentro proprio davanti agli occhi del portoghese. Protagonista, in tutto e per tutto.  

 

Un feeling speciale con Sarri


Alla Lazio grazie a Sarri, che lo ha sempre voluto ed elogiato. Un feeling speciale tra i due, fin dai tempi del Chelsea. I due infatti si erano incrociati nella stagione 2018-2019 vincendo un Europa League, l’unico trofeo internazionale che mancava nel palmares dello spagnolo.  

 

Maurizio chi schieriamo domani” - chiedeva Zola a Sarri prima della finale”. “Pedro e Giroud giocano sicuro gli altri due sceglili te. Non hanno mai sbagliato una finale. Infatti segnarono entrambi. Maurizio ha sempre apprezzato la disponibilità dello spagnolo, anche in fase di ripiegamento. Abnegazione e capacità di sapersi calare al meglio nella realtà biancoceleste. Il “tre” mimato con il dito a fine partita a far impazzire i tifosi che cantano “Pedro Pedro Pè” e sognano in grande.   

 

 

Tre come i giocatori ad aver segnato nel derby di Roma con entrambe le maglie. Selmosson, Kolarov e Pedrito. Lo svedese era andato a segno addirittura 5 volte, due con la Lazio nel 1957 e nel 1958, tre con la Roma nel 1958 e nel 1959. "Raggio di luna" è stato unico in questo senso. Kolarov  ha segnato alla Roma nel 4-2 nell'aprile del 2009, poi con i giallorossi nel 2018. Nove anni dopo. Ieri invece è stata la volta di Pedro. Nella storia, tanto per cambiare. 
Sono contento di questa statistica, alla Roma avevo perso la fiducia e non parlavo con nessuno. Ora alla Lazio sono felice” - ha detto nel post partita. Ci voleva il derby per far uscire il suo talento. Esserci quando conta. E lui non delude mai.  

 


In gol davanti a Mourinho

Ora è felice con “Mau”, dopo Mou lo aveva messo alla porta. “Non rientri nei piani”. Cambiare aria è stata l’unica soluzione. I giallorossi hanno preferito vederlo in Italia per non perdere l’agevolazione derivante del decreto crescita di 3.5 milioni di euro. A Trigoria si allenava da solo, Sarri ci ha creduto e lo ha voluto. E ha vinto la scommessa. Ripagata nel giorno più importante.

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