Una trattativa per Ivan Perisic che dura per tutta l'estate del 2015, un braccio di ferro infinito tra l'Inter e il Wolfsburg fino al 29 agosto, momento in cui avviene un'accelerata della trattativa dovuta alle poche ore rimaste alla chiusura del calciomercato. Fassone, con un blitz a Monaco, chiude l'affare accontentando il Wolfsburg: 16 milioni più 3 di bonus, pagabili in tre anni.
Subito dopo, il volo privato per far arrivare il croato in tempo a Milano per visite mediche e firma. Ora il tema rinnovo che tiene banco, dopo che Ivan lo ha fatto saltare in finale di Coppa Italia, disintegrando la Juventus nei tempi supplementari.
L'intirgo rinnovo.
"Non si tratta così un giocatore importante. Non ci si riduce all'ultimo", ha tuonato Perisic nella festa. Riferimento chiaro a Marotta che lo sta tenendo sulle spine, anche se l'ad nerazzurro aveva confermato più volte che il contratto sarebbe stato ridiscusso a fine stagione: "Tu pensa a giocare. Ne parliamo tranquillo". Ma ora Perisic qualche dubbio lo ha.
La titubanza dell'Inter nasce intorno alle richieste del giocatore, ovvero proseguire sulla stessa linea economica del rapporto in scadenza: sei milioni all'anno. Troppi per la dirigenza dell'Inter che ha già avanzato al croato una prima proposta ma a ingaggio inferiore. Nel paradiso della festa per la Coppa Italia, le saette l'ha sganciate Perisic. Prima per alzare il trofeo, poi per togliersi qualche sassolino.
La prima (vera) bocciatura dopo 4 anni in nerazzurro
Perisic rimane all'Inter per 4 anni, stagioni di alti e bassi fino ai primi "mal di pancia" e voglia di cambiare aria proprio nei momenti più difficili per il club.
Questo fino a quando il nuovo allenatore, Antonio Conte, lo esclude dal progetto.
È impossibile per lui adattarsi in poco tempo al 3-5-2 e si decide di mandarlo via.Il croato saluta in prestito con diritto di riscatto a 20 milioni di euro. Si torna in Germania, stavolta sponda Bayern Monaco.
Una stagione di successo con finale amaro
Il suo primo e unico anno al Bayern Monaco è senza dubbio trionfale. Triplete e prestazioni all’altezza delle aspettative, non da titolare ma neanche da semplice comparsa, con un bottino di 35 presenze complessive e 8 gol totalizzati con i bavaresi.
Nonostante ciò, il Bayern Monaco non riscatta il croato (per una cifra inferiore ai 15 milioni).
Ed è qui che in lui scatta una scintilla, una voglia di rivalsa causata da questa grande delusione: tornare all’Inter o magari anche essere ceduto altrove per dimostrare ancora una volta di poter stupire ed essere rimpianto.
Il croato chiama Conte: “Mister spero che abbia notato le mie prestazioni, sono pronto per fare l’esterno. Mi vuole o cerco un altro club?”
Conte gli offre immediata disponibilità che si concretizza in campo con i fatti.
Perisic fin da subito scende in capo con gli occhi della tigre e, seppur il primo mese sia solo di apprendistato, inizia pian piano a rivalutarsi e dimostrare il suo pieno valore.
Ad oggi possiamo dare ragione ad entrambi. Perisic è diventato finalmente un pilastro per la squadra.