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Cosimo
Bartoloni

Pozzi-gol debutta da allenatore: "Il campo mi mancava. Ho studiato e voglio mettermi in gioco"
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25 gol in Serie A con le maglie di Sampdoria e Empoli. 27 in Serie B, 4 nei Playoff di cui uno nella finale di ritorno, indimenticabile, in una notte di Varese che ha fatto tornare la Samp in A dopo un anno di purgatorio. Questo è Nicola Pozzi, ex attaccante che ha deciso di smettere con il calcio giocato presto, a 33 anni, a causa di problemi fisici che lo hanno costretto a fermarsi forse prima di quanto pensasse. Oggi però c'è già un nuovo inizio: Pozzi è diventato allenatore. Si è rimesso in gioco e domenica andrà in panchina per la sua prima partita della sua nuova carriera. La sua squadra è il Grassina, ambiziosa società di Eccellenza con sede a una quindicina di km da Firenze, la città in cui vive con la moglie, conosciuta ai tempi di Empoli. Siamo andati a trovarlo e ci siamo fatti raccontare i suoi ultimi anni e la decisione di intraprendere questa nuova esperienza. 

"Ho iniziato come ds, ma il campo mi mancava. Allora ho capito"

"Quando ho smesso non sapevo ancora cosa mi sarebbe davvero piaciuto fare", ci ha detto Pozzi. "Prima ho seguito il corso per diventare direttore sportivo. Poi ho fatto un anno e mezzo da dirigente: è stato un periodo bello in cui ho girato tanti campi e visto tante partite. Però poi ho sentito il richiamo del campo. Lì ho capito cosa volessi fare nella vita: l'allenatore. La mia strada doveva essere quella, avevo bisogno di vivere il campo. Volevo misurarmi e mettermi in gioco: ho studiato e preso il patentino UEFA B  e UEFA A. Le chiacchiere però adesso sono finite: adesso parleranno i fatti", ci ha raccontato.

 

 

Domenica il Grassina giocherà in casa la prima di campionato contro la Sinalunghese. Sarà l’inizio del ciclo Pozzi e il presidente del club, Tommaso Zepponi, ci ha spiegato come e da dove è nata la suggestione di prende come allenatore l'ex bomber di Serie A: "Nicola Pozzi è stato il primo nome che ci ha fatto il nostro direttore sportivo Manganelli. Lui conosceva Nicola perché lo aveva avuto come giocatore nei due anni in cui lui aveva giocato al San Donato in D (dal 2017 al 2019, ndr). Ce lo ha presentato dicendoci che avremmo fatto la scelta giusta se lo avessimo preso. Noi volevamo un allenatore stramotivato per far crescere i nostri giocatori. Il nostro progetto è improntato sulla valorizzazione di ragazzi giovani e talentuosi del territorio. Noi pensiamo che col tempo questa filosofia porti a risultati importanti che già in parte stiamo avendo: quest’estate l’Atalanta è venuta da noi a prendere un giovane calciatore (l’esterno classe 2003, Tommaso Del Lungo, ndr) e questa deve essere la strada giusta per noi e per i nostri ragazzi. Noi investiamo sui giovani e programmiamo il futuro così. Questa è la nostra politica e la nostra realtà, che ci sta dando grande soddisfazione. E Pozzi crediamo sia l’uomo giusto per portare avanti il progetto. Lui ha un passato in Serie A importantissimo, ma ha deciso di mettersi in gioco nei dilettanti con grande voglia e umiltà".

Da domenica, quindi, inizierà la carriera di Pozzi da allenatore. Idee chiare in testa le ha già: "La mia filosofia ogni anno sarà determinata dai calciatori che ho a disposizione e dalle loro caratteristiche", ha detto. "Non ho un’idea fissa e irremovibile in testa: prima voglio studiare i calciatori e i gruppi che avrò, poi capirò come metterli nelle migliori disposizioni per far bene. Detto questo, io sarò fermo su una cosa: vorrò sempre avere giocatori che hanno fame e voglia di fare e di lottare su ogni pallone. Quello che voglio trasmettere è la cultura del lavoro e la voglia di raggiungere gli obiettivi, un passo alla volta. Solo così potranno fare bene: dobbiamo andare forte e sopportare la fatica, questa è la base. Senza voglia e determinazione non si va da nessuna parte. I concetti del calcio poi li applicheremo in base alle circostanze. Cosa ne penso delle ripartenze dal basso? Se hai i giocatori adatti è giusto farle e se hai superiorita numerica si deve provare a giocare. Altrimenti si deve andare col verticale organizzato: perché se perdi palla facilmente in uscita gli svantaggi sono superiori ai vantaggi che si vuole andare a creare. Se invece ci sono le qualità allenabili nei calciatori allora sì, è giusto cercare la partenza dal basso, per creare una uscita di gioco che porta grandi vantaggi nella manovra offensiva e anche difensiva avendo spesso il possesso di palla. Quando ho fatto i corsi a Coverciano mi sono reso conto che gli istruttori stanno indirizzando la visione dei nuovi allenatori verso quella della Nazionale: stanno cercando di incentivare la proposizione del gioco e delle ripartenze dal basso: sono nuove visioni che ci fanno avvicinare al calcio moderno, europeo. Credo sia importante e formativo per il nostro calcio, però poi dobbiamo sempre contestualizzare le situazioni".

 

 

Nicola Pozzi è stato annunciato come nuovo allenatore del Grassina a fine luglio scorso. Il campionato ancora non è iniziato ma le soddisfazioni raccolte sono state già tante, come ci ha raccontato: "I miei ragazzi a oggi mi hanno dato soddisfazioni immense. Ho finalmente capito quello che mi veniva detto dai miei colleghi, che mi dicevano 'Vedrai che soddisfazione sarà vedere il tuo gruppo applicare le cose che gli insegni in allenamento'. Ed è vero: l’ho capito. Ed è bellissimo: sono contento di avere fatto questa scelta perché volevo vivere queste emozioni, che sono quasi più belle di quelle vissute da calciatore". Domenica il nuovo inizio per iniziare a viverne altre ancora. 

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