Chiudi
Grand Hotel Calciomercato

Disabilita l'adblock

Chiudi
Grand Hotel Calciomercato

Chiudi
profile picture

Redazione

profile picture
profile picture
Livorno, Protti è tornato a casa: "L'amore va dimostrato con i fatti"
protti-livorno-gdm

"Ci sono momenti in cui bisogna dimostrare l'amore con i fatti. Questo è uno di quei momenti". Igor Protti è tornato a casa. Sarà il club manager di un Livorno scivolato in Eccellenza dopo la doppia retrocessione dalla B e dalla C, fino alla mancata ammissione al prossimo campionato di serie D. 

 

 

"Il nostro primo acquisto" lo ha definito il presidente amaranto Paolo Toccafondi, a capo della neonata Unione Sportiva Livorno 1915 che giocherà in Eccellenza. "Ci sono squadre come il Livorno per le quali non conta la categoria ma il rapporto e l'affetto che ho e sento nie miei confronti - ci racconta Protti - sono pronto a ripartire da una categoria che non ho mai frequentato da calciatore e addetto ai lavori. Lo farò con entusiasmo". Quello di chi per amore metterà da parte il calcio professionistico, gli spogliatoi ampi, i campi curati al minimo dettaglio. Passando alla dimensione degli impianti sportivi al posto degli stadi, delle panchine rabberciate, delle distinte magari scritte a penna.  

"NEGLI ULTIMI DUE ANNI SONO STATO UN TIFOSO, AMAREGGIATO DAI RISULTATI"

Alle spalle ci sono nove anni da calciatore e tre anni da dirigente con il Livorno. Un quarto di vita in amaranto, un album tra ricordi e presente. Dall'Igor non ancora maggiorenne che arrivava in Toscana dalla sua Rimini per un biennio in C, al Protti bandiera e capitano che a fine anni '90 sposava di nuovo la causa amaranto. Partendo dalla C e contribuendo in coppia con Cristiano Lucarelli al ritorno del club in A. Cinquantaquattro anni dopo l'ultima volta. Stagione 2003/04: 24 gol di Protti, 29 di Lucarelli.

"Vivo qui vicino e per me è un ritorno a casa con l'obiettivo di lavorare per risalire fino dove il Livorno merita". L'aveva lasciato due anni fa, in Serie B, sempre da club manager. "Sono state sensazioni particolari, avevo lasciato il Livorno in A dopo essere arrivato da calciatore in C. Sono stato richiamato da dirigente in C, in due anni abbiamo raggiunto la B e abbiamo anche conquistato una salvezza. Non c'erano più i presupposti per andare avanti e avevo deciso di smettere. Nei due anni successivi il Livorno ha collezionato due ultimi posti e devo dire che la seguivo da tifoso, anche con un pizzico di rabbia per i risultati".  

"CHIAMATA LIVORNO, UNA NOTTE PER DIRE SI'"

Quella di Livorno, ammette, "non è certo una scelta economica". Per dire dì sì ci ha messo una notte ma il cuore ha subito saputo da che parte andare: "Al momento del colloquio con il nuovo presidente Toccafondi ho fatto prevalere il lato umano. Mi sono preso solo un giorno per dargli una risposta perché era giusto fare una minima riflessione. Livorno vale tanto per me, così come sono molto legato a Bari. Mi sono legato a tutte le squadre in cui ho giocato, poi ci sono state città in cui sono stato più tempo e per le quali nutro sensazioni che vanno oltre la categoria. C'è un rapporto d'affetto, come a Messina dove ho trascorso 3 anni bellissimi". 

Per ora l'accoglienza è “attraverso i social in gran parte – spiega Protti - in questi due giorni sono stato a Livorno a lavorare e ho avuto pochissimi contatti diretti con i tifosi perchè non abbiamo fatto allenamenti e partite. Quindi per la percezione reale occorre attendere. Però il termometro è quello di una piazza con molta attesa per tornare a tifare allo stadio, come ormai non si può fare da troppo tempo".  

"VOGLIO TRASMETTERE L'IMPORTANZA DELLA MAGLIA A CHI ARRIVA"

Alle porte c'è una corsa contro il tempo. "Stiamo partendo con un ritardo enorme rispetto a tutti gli altri. Tra i miei compiti c'è anche la trasmissione dell'importanza della maglia del Livorno a chi arriva qui" ammette Protti, 140 gol in 304 partite con il Livorno. Magari parlerà anche della 10, che il club ha ritirato in Livorno-Milan del 21 dicembre 2005. Con ripristino accordato due anni dopo da Igor, lasciandola indossare a Francesco Tavano. "Sono stato per anni a contatto quotidiano con giocatori, squadra, allenatore e in quegli anni tutti dicono di aver visto un Livorno combattivo, che ha lottato fino all'ultimo.

Ho l'intenzione di continuare a fare questo e stargli vicino nei momenti difficili, condividendo le responsabilità e lasciando a loro il palcoscenico quando le cose andranno bene". Dell'allestimento della squadra si occuperà il ds Raffaele Pinzani: "Conosce molto bene il calcio di queste latitudini - dice di lui Protti - e si confronterà con l'allenatore. La sensazione è che oltre a riportare entusiasmo nella gente e nei giocatori che arriveranno". Magari qualcuno di loro sarà chiamato a una scelta di cuore, come quella di Protti: "Dipenderà da tanti motivi, è una categoria particolare e ci saranno tanti giocatori che non ne faranno una questione di categoria".  

"QUEL GOL AL TREVISO LA SINTESI DELLA MIA STORIA A LIVORNO"

140 gol con il Livorno, si diceva. L'ultimo alla Juventus, maggio 2005. Nella galleria dei ricordi lo Zar non riesce a sceglierne uno solo e ci spiega il perché. "Almeno due: uno è un gol in rovesciata segnato contro il Modena dal limite dell'area, però quello a cui sono più legato è quello della stagione 2001/02, a tre giornate dalla fine del campionato a Treviso.

Ci ha riaperto le porte della B dopo 30 anni ed era il motivo per cui ero tornato a giocare nel Livorno nel 1999". Ricordi, a 25 anni di distanza da quella classifica cannonieri in Serie A vinta con la maglia di un Bari retrocesso: "24 gol, festeggiamo le nozze d'argento - sorride - gli anni '90 erano gli anni in cui tutti i migliori giocatori venivano nel nostro campionato e le squadre italiane di club vincevano con grande continuità le coppe europee. La Serie A era la più bella del mondo in quel periodo. In pratica è stata l'unica volta nella storia del calcio italiano che un giocatore diventò capocannoniere in una squadra retrocessa, anche se con 4 retrocessioni su 18 squadre partecipanti retrocedere era più semplice".

Flashback finito, il presente è l'Unione Sportiva Livorno 1915: "Perché i veri amici si vedono nel momento del bisogno. Non è solo un detto". Parola di Igor Protti. Lo Zar che è tornato a casa.

dI Luca Guerra

SCROLL TO TOP