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Nicolò
Franceschin

Rangnick e il mondo United: dal rifiuto al Chelsea a CR7
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Pronti. Partenza. Via. È ora di iniziare. Prende avvio l’era Rangnick allo United. La sua prima volta oltre la Manica. La sua prima volta in Premier League, per quella che, forse, sarà la sfida più affascinante della sua lunga carriera. Idee e carisma al servizio del Manchester United. La storia di un allenatore, e con lui la sua filosofia, che si incontra con la storia di uno dei club più importanti nel mondo. Per cultura, trofei, tifosi e passato. Ora parte una nuova storia. Quella del ‘Professor’ all’Old Trafford. E non si può che iniziare da quelle che sono le sue prime dichiarazioni ufficiali da allenatore dei Red Devils. Ferguson, Cristiano Ronaldo, il Chelsea. Parola all’innovatore, Ralf Rangnick.

 

Chelsea? No, grazie. Questione di… prospettiva

L’Inghilterra era nel destino di Rangnick. Anche se, inizialmente, la direzione sarebbe potuta essere quella di Londra, sponda Blues, anziché Manchester. “A febbraio mi chiamò il Chelsea e mi propose di allenare ad interim per quattro mesi senza possibilità ulteriori”, ha raccontato il tedesco. Un’offerta senza alcuna “prospettiva di lavorare insieme a lungo termine”. Già, la prospettiva futura. Elemento imprescindibile e vitale per un innovatore che fonda il suo credo sulla visione e sulla progettualità. E per un “intellettuale” come Rangnick, le idee sono più forti di qualsiasi altra cosa. Più forti di un nome. Anche se quel nome è il Chelsea. E non poteva essere altrimenti per un ‘Professor’. Altro discorso con i Red Devils “Lo United mi ha offerto sei mesi e mezzo e due anni di dirigenza”. Il presente con una visione sul futuro, con la voglia di replicare quanto fatto al Lipsia. Un progetto che coincide con il suo essere. E poi c’è quel fascino speciale: “Poi è impossibile dire no a un club del genere”.   

 

Da Ferguson a Ronaldo: Rangnick nella galassia United

Quando si arriva in una nuova realtà ce la si fa raccontare. Ce la si fa raccontare da chi la conosce in ogni suo dettaglio e sfumatura. E chi meglio di Alex Ferguson per comprendere cosa significhi il Manchester United: “È una leggenda del club ha vinto qualsiasi cosa. Mi sentirò con lui per iniziare questa avventura ed è normale che questo club abbia avuto difficoltà dopo 27 anni con lui. Non è facile ricreare stabilità dopo così tanto tempo”. E un altro che ormai è parte della storia dei Red Devils ha appena comunicato di voler lasciare la società, Michael Carrick:Ci ho parlato privatamente chiedendogli di restare ma mi ha detto che vuole prendersi una pausa dopo 13 anni nel club”. Una decisione che è anche un segno di lealtà verso Solskjaer.

 

E a Manchester troverà uno dei giocatori simbolo della società. Il numero 7. Cristiano Ronaldo, che ha appena superato il traguardo degli 800 gol in carriera. “È troppo vecchio”, disse Rangnick del portoghese nel 2016. Ma si è dovuto ricredere: “Devo adattare le mie idee ai calciatori che ho e non viceversa. È incredibile, anche ieri sera lo ha dimostrato. A 36 anni fa ancora cose incredibili non ho mai visto un giocatore così in forma al top del calcio professionistico”. Anche lui ha dovuto fare un passo indietro davanti alla forza dei numeri. Anzi, dei factos, come direbbe Cristiano. Ora sono insieme, con l’obiettivo di far tornare grande lo United.

 

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