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Lorenzo
Cascini

Da Wembley a Wembley, la rivincita di Roberto Mancini
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Organizzazione, lungimiranza e un’incredibile forza del gruppo. Questa la chiave del successo azzurro a Euro2020. Un qualcosa di straordinario, se si pensa che nel 2018 eravamo esclusi dai mondiali di Russa. Rinascita. Con la consapevolezza di potercela giocare alla pari con tutti, questo è il vero capolavoro di Roberto Mancini.  

 Era lui l’unico a crederci 3 anni fa - ha raccontato il figlio del Ct Andrea Mancini a Sky Sport dopo la finale - ha fatto un lavoro straordinario”. Tanta emozione anche per la sua famiglia, quella che per Roberto c’é sempre e in cui lui trova appoggio nelle difficoltà. Un successo che arrivava a coronamento di un percorso incredibile che resterà nella storia.  

 La vita ti da sempre una seconda possibilità - racconta emozionato Andrea. Da Wembley a Wembley, papà Roberto si é preso la sua rivincita. Sempre con Gianluca Vialli al suo fianco, prima in campo ora in panchina. Scherzi del destino. Intrecci che rendono la vittoria degli azzurri ancora più grande. Vincere in quello stesso stadio in cui con la sua Sampdoria aveva sfiorato un successo storico. È stata fatta giustizia.  

 Una competizione vinta grazie soprattutto alla forza del gruppo. Una famiglia. 
Si era creata un’alchimia pazzesca e nelle competizioni così brevi ti porta ad avere quel qualcosa in più”. Questo il capolavoro più bello di Roberto Mancini. Dalla scaramanzia prima delle partite, ai gesti per Spinazzola fino all’incoraggiamento a divertirsi anche in finale. Questi gli ingredienti di un gruppo vincente che ha raggiunto un risultato epico. Ricostruire. Importante farlo toccando le corde giuste. Il gruppo era la prima cosa e ci ha portato fino a Wembley.  

 Prima della partenza gli avevamo regalato un ferro di cavallo azzurro, ha portato bene” ha raccontato Andrea. È stato un modo anche per essere sempre al suo fianco, dove erano anche ieri sera nonostante le difficoltà per entrare: “Siamo stati tantissimo tempo fuori dallo stadio senza riuscire a entrare. Una volta dentro i posti erano occupati, il primo tempo l’ho dovuto vedere seduto sugli scalini, nel secondo invece sono riuscito a sedermi ed è cambiata la musica”.

Come se papà lo potesse sentire dal campo. Complici, come lo sono stati in quei 50 giorni del 2021 gli azzurri. Divertimento, organizzazione e voglia di non mollare mai. Neanche davanti ai 60mila di Wembley.

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