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Marco
Juric

Quando Ronaldinho fu ad un passo dall’Inter
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C’è stato un tempo in cui il mercato brasiliano era terreno di caccia dell’Inter. Talento, genio e divertimento, se possedevi queste caratteristiche un posto nella squadra di Massimo Moratti lo trovavi. Il presidente dell’Inter è sempre stato così. Esteta del calcio se ce n’è uno, il gesto quasi sopra a tutto. E dove pescare se non in Brasile?

 

 

Siamo nel 2000, nel pieno dell’Inter morattiana zeppa di talento e anche di Brasile. Sulla scia di Ronaldo il Fenomeno, in maglia nerazzurra arrivano le meteore Gilberto e Vampeta. Ma a Porto Alegre c’è un altro fenomeno che sta impressionando il mondo: Ronaldo de Assis Moreira, detto Ronaldinho. Come per tutta Europa, il talento del giovane brasiliano non passa inosservato nemmeno ad Appiano Gentile. “Un altro Ronaldo, perchè non formiamo la coppia?”. La pazza idea trova terreno fertile nella testa del presidente Moratti. Parte l’input, proviamoci.

 

 

L’allora direttore tecnico dell’Inter non perde tempo e parte direzione Messico. Sì, non in Brasile. Per capire la fattibilità dell’operazione bisogna andare a Guadalajara. Lì gioca Roberto de Assis Moreira, fratello maggiore di Ronaldinho. L’offerta dell’Inter è convincente, così come quella di tanti altri club europei. C’è la fila dietro a Ronaldinho e il Gremio è ben consapevole che è solo questione di tempo. Spetta al giocatore decidere ma per l’Inter c’è un problema e si chiama Luis Nazario de Lima.

 

 

Da che sembrava un punto di forza avere in squadra il Fenomeno, diventa un problema. Ronaldinho volando in Europa vuole essere trattato da stella e all’Inter con il Fenomeno è impossibile. Non cambi nome, diventando per tutti Ronaldinho, a caso. Voleva giustamente distinguersi e farlo con la stessa maglia sembrava impossibile. L’Inter aspetta un mese prima della risposta definitiva: “Grazie, ma andiamo a Parigi”. Il sogno di Moratti si spegne. Ci vollero pochi mesi per farlo riaccendere con un altro brasiliano: Adriano Leite Ribeiro.

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