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Giappone dietro le quinte: l’operazione Tomiyasu e non solo
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Non è solo questione di nazionalità. Il calciomercato ha dei fili invisibili e spesso un comune denominatore. Cosa unisce Nagatomo e Tomiyasu? Quando la mano è una, il collegamento è (quasi) naturale. Incroci che partono da lontano, da un assistente allenatore in Italia che, nel corso degli anni è diventato direttore generale di una società di calcio. Una carriera incredibile.

L'uomo dietro le quinte 

Nome e cognome: Takayuki Tateishi, 51 anni. È il Ceo del Sin Truiden in Belgio, dopo aver fatto di tutto. Anno 2006: Massimiliano Ficcadenti siede sulla panchina del Verona in Serie B. Nell’anno solare arriva l’esonero: chiude una stagione bene, comincia quella dopo male. Ma nello staff dell’allenatore, come assistente, c’è proprio Tateishi: è in stage per aggiornarsi dopo aver già allenato i giapponesi dell’Oita Trinita. C’è voglia di migliorarsi, e quell’anno è di sicuro intenso. 

Al centro, Takayuki Tateishi

Così tanto da decidere di tornare in Giappone: la sua carriera prosegue poi nell’FC Tokyo, entrando prima nell’area tecnica e quindi come direttore sportivo. E che operazione gli viene in mente? In rosa ha un giocatore a inizio carriera che pensa di proporre al suo vecchio maestro. “Ciao, Massimo: ti interesserebbe Nagatomo? Secondo me in Europa può fare molto bene”. Ficcadenti lo guarda in video: si fida dell’amico ed ex collega e del suo istinto. È a Cesena, quell’anno: stagione 2010-2011, da neopromossi i romagnoli hanno una casella in più da occupare per un giocatore extracomunitario. Yuto diventa una rivelazione così bella da venire acquistato dopo nemmeno 365 giorni dall’Inter.

 

 

Che intrecci, vero? È il calciomercato, che non conosce limiti e nemmeno frontiere. Sapete dove andrà Ficcadenti, qualche anno dopo? 2014/2015, proprio negli FC Tokyo. A chiamarlo è Tateishi, diventato intanto un dirigente sempre più influente nel campionato nipponico. Che inizia a stargli stretto.

È tempo di cambiare e nel 2017 arriva l’occasione di seguire un nuovo progetto. In novembre, la DMM (internet company giapponese specializzata in shopping online e video on demand) conclude l’acquisto dei belgi del Sint Truiden, di cui già detiene il 40% della proprietà: lo sbarco nel calcio avviene subito in Europa, ma l’impronta giapponese deve essere chiara. E a Takayuki viene proposta la gestione manageriale del club: un progetto pilota che lo coinvolge con entusiasmo.

L'affaire Tomiyasu

Uno sguardo al mercato locale, uno a quello orientale, alla ricerca di talenti e potenziali plusvalenze (e in Belgio, in questo senso, sono esperti). Il primo giocatore che pesca Tateishi sembra un azzardo: arriva dalla Serie B giapponese (gioca nell’Avispa Fukuoka) e solo chi conosce davvero a fondo quel campionato avrebbe potuto pensare di prenderlo. Si tratta di Tomiyasu: difensore centrale che al momento della firma (il 16 gennaio 2018) ha solo 19 anni. Per lui, è davvero il cambiamento di un mondo, ma sa di avere tempo a disposizione. Nei primi sei mesi non gioca quasi mai, li sfrutta per ambientarsi. 

 

 

L’anno dopo gioca 27 partite in campionato e segna 1 gol, la stagione è di alto livello per tutta la squadra (playoff sfiorati) e diventa tra i più forti dell’intera rosa. Che, per inciso, conta altri connazionali di Tomiyasu: Wataru Endu (centrocampista ora allo Stoccarda), Daichi Kamada (attaccante dell’Eintracht Francoforte), oltre a Takahiro Sekine (altro centrocampista) e Kosuke Kinoshita (attaccante), questi ultimi emersi di meno. 

 

Ma è il gioco delle scommesse, si sa. Quella per il difensore è stata vinta. Quell’anno, Di Vaio prende molti voli in direzione Belgio: vuole il giocatore a tutti i costi al Bologna, che riesce a comprarlo spendendo una cifra intorno ai 7 milioni. Ora ne vale almeno 20, lo scorso gennaio lo ha cercato a lungo il Milan e adesso è vicino all'Atalanta. Tateishi, forse, si sfrega le mani. O almeno sorride di soddisfazione. E chissà quale altra operazione con l’Italia lo riguarderà. Ormai, ci è abituato.

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