Back to London? Antonio Conte ci pensa, anche perché la sfida è bella: da quanti anni manca lo scudetto al Tottenham? Sessant’anni. Sessanta. Insomma: una di quelle montagne da scalare che lo hanno sempre attirato. E allora, salutata l’Inter (retroscena sulla clausola), Antonio pensa di tornare nella Londra che ha apprezzato quando allenava il Chelsea e che potrebbe tornare a essere la sua nuova casa. Si è preso qualche giorno di riflessione per pensarci: l’offerta degli Spurs è sul tavolo. Lui la guarda ogni tanto e riflette, misurando i pro e i contro. Capiamoli insieme.
Conte-Tottenham: i pro
Nella testa di Conte, il primo grande Pro riguarda la convinzione con cui il Tottenham si sta facendo avanti. Come per dire: “Vogliamo costruire un progetto attorno a te, sarai la nostra guida”. Un’autonomia decisionale che intriga, accompagnata a delle strutture tra le migliori del mondo: stadio di proprietà, centro di allenamento all’avanguardia. E poi le pressioni sarebbero minori rispetto alle piazze a cui è abituato: nessuno si aspetta la Premier al primo colpo, semmai dovrà essere bravo lui a far trovare le giuste motivazioni ai suoi giocatori. E in questo è un maestro.
Conte-Tottenham: i contro
Proprio la questione delle motivazioni fa pensare: che tipo di rosa avrà il Tottenham? Al momento, guardando l’organico a disposizione, non c’è molto da dire: è più indietro rispetto ad altre squadre. E non è casuale che sia arrivata settima al termine della stagione: troppe lacune da colmare alla fine si pagano. Servirebbe un budget enorme per far sì che la squadra diventi competitiva ai massimi livelli, per evitare che diventi frustrante lottare, senza raggiungere l'obiettivo, contro City, United, Liverpool e Chelsea.
E poi c'è lo staff: ancora adesso è addirittura in valutazione il numero di collaboratori che l’allenatore si potrebbe portare rispetto alla sua precedente esperienza all’Inter. Non più di quattro membri oltre a lui, che ancora deve peraltro trovare l’accordo con la società per quanto riguarda l’ingaggio (anche se non è l'aspetto primario).
Un aspetto da non sottovalutare, in fase di scelta. Ed è proprio per questo motivo che, ancora, il sì non è arrivato e i dubbi restano. E se non dovesse arrivare? L’ipotesi, già valutata appena lasciata l'Inter, potrebbe anche essere quella di prendersi un anno sabbatico e ricominciare con calma la prossima stagione, un po’ come capitato con i nerazzurri. L’epilogo lo conosciamo bene.