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Redazione

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Un colpo all'ultimo secondo: come nasce Kalinic dall'Atletico al Verona
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Un'intuizione, proprio all'ultimo respiro. E' il 5 ottobre 2020, mancano poche ore alla chiusura del mercato e l'Hellas Verona non ha ancora trovato il suo numero «9».

 

 

Ne cerca uno forte, esperto, che possa garantire gol ma anche tanta mentalità vincente. L'idea balena nella testa del duo Juric-D'Amico, l'ex allenatore e l'attuale ds dei gialloblù. «Kalinic?». 

  

 

 

 

Sull'attaccante croato c'è forte il Torino che sta dialogando con il ds italiano dell'Atletico Madrid, Andrea Berta. Ma il tira e molla va per le lunghe e l'accordo sfuma. Ecco che s'inserisce il Verona. «Quanto chiedi?». Gli spagnoli vogliono un milione di euro e contribuirebbero anche a parte dell'ingaggio: strada in discesa. Operazione a titolo definitivo, al ragazzo un biennale. C'è però da convincere Kalinic che preferirebbe andare in Turchia al Besiktas. «Vieni da noi... farai la differenza» insiste Juric. Berta è d'accordo e dà il suo placet, D'Amico è svelto e chiude l'affare nel giro di pochissimo. Il Verona piazza un botto internazionale che fa rumore.

La stagione scorsa poi non è stata così fortunata: in 19 partite, Kalinic ha segnato 2 gol. Gli stessi che ha segnato contro la Salernitana nella serata di mercoledì sera all'Arechi (nei suoi primi due tiri in porta effettuati in questo campionato). Due gol per rilanciarsi. Per dimostrare a tutti di essere il «9» ideale per l'Hellas, anche del futuro. 

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