Provate a cercare “Vicario” su Twitter. È utile, non tanto per conoscere il giocatore, quanto per capire che impressione ha fatto. “Ma cos’è? Versione Ter Stegen?”. Cragno è fermato dal covid: esordire a venticinque anni in Serie A a San Siro, contro la squadra prima in classifica che tenta l’affondo finale, è da brividi. Come quelli che fa venire a Conte quel gigante friulano tra i pali: se il Cagliari ha perso solo 1-0 contro l’Inter, è perché lui, Guglielmo, è stato protagonista. Ha parato di tutto, dopo aver pazientato per mesi l’occasione giusta.
In B, già si conosceva: lo scorso anno era titolare a Perugia e non aveva fatto male nonostante la retrocessione degli umbri. Prima, era a Venezia: scoperto da Perintti che lo portò in prestito gratuito con diritto di riscatto e opzione del 50% in caso di rivendita, lo ha cullato Pippo Inzaghi, lo ha lanciato Zenga (il racconto della sua crescita nella nostra intervista).
Cinque anni in laguna si sono fatti sentire: il primo anno era in prestito dall’Udinese, la squadra che lo ha pescato dopo aver giocato nelle migliori selezioni giovanili friulane (Berazi e Cormor; ma è stato anche nell’Ancona). Poi, nel 2016, i veneti avevano deciso di acquistarlo, quando aveva appena compiuto vent’anni.
Sicura plusvalenza
Circa 400mila euro aveva speso il Venezia: un investimento importante per un portiere giovanissimo, che in allenamento mostrava però un certo talento. Anche in quel caso, aveva dovuto aspettare l’occasione giusta: due anni in panchina, poi la fiducia di Zenga nella stagione 2018/2019. 34 partite e 42 gol, playout vinti compresi.
Il Cagliari lo aveva seguito per tutto l’anno e aveva deciso di fare il passo: 1,5 milioni per l’acquisto a titolo definitivo, grande plusvalenza per il Venezia e immediato prestito al Perugia, per trovare conferma in cadetteria.
Stagione difficile della squadra; meno dal punto di vista individuale. Ed è per questo che in estate, nel nuovo corso targato Di Francesco, la valutazione è stata quella di mantenerlo in rosa. “Inizierai magari in Coppa Italia, poi vedremo”, gli avevano detto, comunicando allo stesso tempo a lui e ai suoi agenti (i fratelli Giuffrida) che ogni proposta di cessione in prestito sarebbe stata rifiutata (ci aveva provato, tra gli altri, il Pordenone). Sfida accettata, scommessa vinta. Semplici gli dà fiducia, lui non tradisce. E per il dopo Cragno, magari, il suo nome sarà tra i primi della lista.