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Jugovic e Mihajlovic, l’incrocio di mercato a Sofia con la Sampdoria

Le prime volte sono indimenticabili. Lo sanno bene Stella Rossa e Sampdoria che a maggio 1991 hanno vissuto i momenti più belli della loro storia. Dieci giorni di differenza: il 19 maggio la vittoria dello scudetto dei blucerchiati, il 29 maggio il trionfo in Coppa dei Campioni dei serbi al San Nicola di Bari contro l’Olympique Marsiglia. Italia che, appena un anno dopo, divenne la patria di quattro di quei giocatori: Savicevic al Milan, Pancev all’Inter e la coppia Jugovic e Mihajlovic. Quest’ultimi compagni di reparto a centrocampo, coetanei e con un destino che sembrava identico, direzione Sampdoria.

 


 

Nel 1992, però, soltanto Jugovic approdò in blucerchiato grazie al consiglio di colui che era più di un giocatore: Roberto Mancini. Lui fece il nome del centrocampista serbo al presidente Paolo Mantovani. Jugovic, dopo la vittoria della Coppa dei Campioni, si era messo in mostra anche nella Coppa Intercontinentale 1991, a Tokyo, dove venne eletto miglior giocatore del torneo dopo la doppietta contro i cileni del Colo Colo.

La Samp segna il suo nome sul taccuino, e in primavera parte il blitz. Ma non a Belgrado, bensì a Sofia. C’è l’embargo in Serbia, motivo per cui la trattativa bisogna farla lontano dalla capitale. L’incontro avviene allo Sheraton di Sofia. La delegazione della Sampdoria arriva con un aereo privato: a bordo il presidente Paolo Mantovani, il direttore sportivo Paolo Borea, la segretaria di Mantovani, Pinuccia Sardella, e Sergio Berti. La trattativa va in porto e la delegazione torna in Italia con i contratti già scritti.

 


 

Lo sforzo economico di Mantovani da una parte, il suggerimento di Mancini dall’altro. Quasi come padre e figlio visto il rapporto intenso tra i due, tanto che sul volo di ritorno Mantovani, a un certo punto, si rivolge alla segretaria: “Pinuccia, sa dove siamo ora?“. La donna, spiazzata, rimane senza parole fino alla risposta del presidente: Siamo sopra Jesi“. “Ah, allora c’è Roberto la reazione della Pinuccia. Una boutade dopo un affare concluso, ma l’emblema della stima di Mantovani nei confronti del suo attaccante.

Jugovic sì, Mihajlovic (subito) no

La Sampdoria, nella stessa trattativa, provò a inserire anche Sinisa Mihajlovic. La differenza, però, stava nella formula visto che la Samp lo chiedeva in prestito. Una proposta respinta dal segretario generale della Stella Rossa Vladimir Cvetković che, un mese dopo, accolse a Sofia un’altra squadra italiana: la Roma.

 


 

 Il luogo è ancora l’hotel Sheraton della capitale bulgara. Stavolta la delegazione è composta dal direttore sportivo Mascetti, dal vicepresidente Vincenzo Malagò (padre del presidente del Coni Giovanni) e da Sergio Rossi. Trattativa conclusa, Mihajlovic è della Roma. Due anni in giallorosso, prima di abbracciare Jugovic alla Samp. Un anno solo insieme visto che Jugovic la stagione successiva passa alla Juventus, siglando il rigore decisivo nella finale di Coppa dei Campioni contro l’Ajax. Da compagni ad avversari con il destino incrociato in Serie A.

Redazione

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