Giocare allo Allianz Stadium e un’ora dopo rescindere il proprio contratto. Succede anche questo nel pazzo mondo del calciomercato. Il protagonista è Nikola Kalinic, entrato nel suo (ex) Verona al 71′ al posto di Barak contro la Juventus. Al termine della partita la comunicazione della risoluzione dell’accordo. ‘Kale’ voleva tornare a casa, nella sua Croazia, ed è stato accontentato: giocherà nell’Hadjuk Sapalato, il club che lo ha cresciuto e l’ha fatto esordire nei professionisti.
Una situazione non usuale, ma sicuramente non dettata da scontri o problemi nel match contro la Juventus. La decisione era già stata presa prima della partita e il club aveva avvallato la richiesta del croato di tornare a casa. Ma ha chiesto a Kalinic un ‘ultimo’ favore. Sì perché nella trasferta allo Stadium mancava Simeone squalificato e quindi l’attaccante serviva a mister Tudor. Finita la partita, l’ultima delle 34 giocate in maglia Hellas con sei gol, l’annuncio.
Per la sessione invernale, la deadline del calciomercato croato è stata fissata al 15 febbraio, motivo per cui l’Hadjuk ha potuto tesserare il suo figliol prodigo, andato via nel 2009 direzione Blackburn. Una storia che nasce nel 1998 quando Kalinic, a 10 anni, ha mosso i primi passi all’interno del settore giovanile.
Dalla sua Croazia all’Inghilterra, poi l’Ucraina, quindi l’Italia, la Spagna e di nuovo l’Italia. Questi sono i viaggi di Kalinic nella sua carriera. Una finale di Europa League, persa ma in cui segnò il gol del vantaggio, conquistata con il Dnipro a spese del Napoli nel 2015 lo ha fatto conoscere al mondo. Quell’estate la Fiorentina fu la più veloce a muoversi e lo prese per poi tenerlo due anni. Nell’estate del 2017 fu l’ultima ‘cosa formale’ del mercato del Milan di Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli. Un corteggiamento durato una sessione intera su grande spinta di Vincenzo Montella che lo voleva in rossonero dopo averlo mancato, di poco, a Firenze.
Un’avventura non idilliaca, nonostante la doppietta all’esordio contro l’Udinese, quella in rossonero. E già nell’estate successiva la cessione a titolo definitivo all’Atletico Madrid. Neanche in Spagna, però, Kale fu capace di ritrovarsi e segnò appena 4 gol in 24 partite.
Da lì divenne l’attaccante dell’ultimo giorno di mercato. Perché la Roma lo prese il 2 settembre 2019, deadline di quella sessione, in prestito con diritto di riscatto, mai esercitato. Così l’anno successivo il 5 ottobre, anche in questo caso ultimo giorno utile, il Verona trovò l’accordo economico con l’Atletico Madrid per riportarlo in Italia. Un contratto di due anni con opzione per il terzo. Contratto rescisso a metà del secondo per tornare in Croazia. Ma non l’ultimo giorno di mercato, addirittura oltre.
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