Categories: Retroscena

La preghiera come dogma, lo sport nel sangue di una famiglia di professionisti: alla scoperta di Cody Gakpo

Gli atleti di Cristo. Li chiamavano così i giocatori molto devoti: facile pensare a Ricardo Kakà con la sua celebre maglietta, che vestiva sotto la divisa ufficiale, ‘I belong to Jesus’ oppure Edinson Cavani. Nel Mondiale in Qatar è stato protagonista un altro ragazzo molto credente: Cody Gakpo


 

La storia in numeri

Il giovane talento del Psv Eindhoven, ora al Liverpool, sta definitivamente esplodendo in questa stagione: i numeri pre mondiale raccontavano di una partecipazione al gol in 32 occasioni, tra reti e assist. Un trend che ha mantenuto in Qatar con l’Olanda, in maniera tale che anche i più distratti si potessero accorgere di lui. E ha già avviato il conto in Inghilterra. Ha segnato in tre partite consecutive con gli Oranje nella Coppa del Mondo. Un trittico riuscito solo a Wesley Sneijder, Dennis Bergkamp e Johan Neeskens prima di lui.

Nato il 7 maggio 1999 ad Eindhoven, Gakpo ha legato tutta la sua vita al Psv. Ad appena otto anni, nel 2007, è entrato nel settore giovanile fino al 2016 quando è passato nella seconda squadra lo Jong Psv, prima di debuttare tra i grandi a febbraio 2018, a 19 anni. Da lì in poi una crescita esponenziale: a livello di numeri, presenze, gol e assist, e di qualità, diventando il punto cardine degli olandesi. Attaccante rapido nonostante il quasi metro e 90 di altezza, gentile con i piedi ma anche maledettamente letale. Non è un caso che il Manchester United avesse già messo con attenzione gli occhi su di lui, prima di essere battuto dai rivali dei Reds.


 

La fede e lo sport di “famiglia”

Dicevamo della fede. Grazie al suo credo Gakpo ha trovato in Dumfries un grande amico: “Preghiamo insieme in ritiro”, ha confessato il terzino interista. E pensare che gli ultimi dati mostrano come l’Olanda sia un paese per oltre il 50% composto da atei. Tra l’altro con Denzel ha condiviso anche la squadra per tre stagioni dal 2018 al 2021.

Il calcio, ma lo sport in generale, è sempre stato nel sangue di Gakpo. “Voglio giocare a calcio”, l’ha sempre saputo e detto, fin da quando era piccolo, quando ha cominciato a tirare i primi calci al pallone nel cortile di casa con i sue due fratelli, Sydney e Duc, prima di cominciare nella prima scuola calcio della sua vita: l’accademia EVV Eindhoven. Divertimenti dopo scuola profetici e premonitrici. Perché tutti e tre i figli di Johnny sono diventati calciatori professionisti.

Proprio come lui, il papà nato in Togo ma da una dinastia ghanese. Cody si è sempre sentito olandese, anche grazie a mamma Ank, altra sportiva. Infatti ha giocato per anni nella nazionale femminile olandese di rugby. Questione di sangue, di famiglia ma anche di fede. Cody Gakpo ha appena cominciato.

Redazione

Share
Published by
Redazione

Recent Posts

La nazionale italiana sordi raccontata dal ct: “Siamo riusciti a creare un gruppo unito”

Mettersi a disposizione di un movimento intero: per Trocchia è una vera filosofia. Perché mentre…

9 mesi ago

Debutto e assist in Under 21: il Portogallo si gode Gustavo Sa

Debutto da sogno per il classe 2004 del Famalicao

12 mesi ago

Mole Cup, il torneo che coinvolge 8.000 studenti di Torino e che vuole diventare nazionale

Il calcio è uno sport che unisce e coinvolge davvero tutti e spesso vengono promosse…

12 mesi ago

Il difensore che si è preso la Liga Portugal, Jorge Fernandes: “Ora sogno la nazionale”

La nostra intervista a Jorge Fernandes, difensore del Vitoria SC

12 mesi ago

Hojberg sceglie l’Italia: chi sono i suoi nuovi agenti

Potrebbe esserci un destino futuro in Italia per Højbjerg? Il centrocampista del Tottenham è stato…

12 mesi ago