Tra i protagonisti del Nacional campione uruguaiano del 2020 c’è anche Mathias Laborda. Insieme a Orihuela, il classe ’99 ha formato una delle coppie di centrali più interessanti e giovani del Sud America nell’ultimo anno, e ha segnato nella finale d’andata contro il Rentistas.
L’ennesimo gol decisivo fin qui della sua carriera: “Credo ci sia anche un po’ di fortuna – ci racconta – Il gol più importante è stato nel 2019 contro il Progreso: quella vittoria ci permise di arrivare primi nella classifica annuale e di giocare la finale del campionato”.
Gol anche all’esordio in Primera Division e nel 2020 contro il Fénix per la vittoria del Campionato Intermedio. Unico giovane prodotto del settore giovanile del Nacional ad aver partecipato ai 7 titoli vinti dal 2019 ad oggi, oltre al successo nella Libertadores Sub20.
Come Gastón Ramirez, De Arrascaeta e Lucas Torreira, Laborda è nato a Fray Bentos: “Non li conosco di persona, ma mia madre è stata la maestra di Lucas”. 314 chilometri separano il capoluogo del dipartimento di Rìo Negro a Montevideo: “È stata dura fare quei chilometri per gli allenamenti, senza sapere cosa sarebbe stato del mio futuro, se sarei riuscito ad arrivare a giocare in Primera o se avrei dovuto continuare gli studi. Il sacrificio più grande è stato star lontano dalla mia famiglia”.
La madre insegnante, mentre il padre gli ha trasmesso la passione per il calcio. “Ho iniziato a giocare nel barrio J3. A 4 anni sono passato al baby fútbol nel Club Independiente, poi sono andato all’Anglo e a 15 anni sono stato visto dal Nacional durante un’amichevole giocata a Montevideo, ma in quel momento non mi hanno tesserato. Hanno continuato a seguirmi e un anno dopo mi hanno acquistato. Sono andato a vivere nel convitto del Nacional e a 19 anni quando sono stato promosso in Prima Squadra sono andato a vivere da solo, prima insieme a mia mamma, ora con la mia ragazza”.
Da bambino guardava Puyol, oggi il suo modello è Godín. Può giocare da terzino destro o da difensore centrale, in una linea a quattro o a tre. “Il mio punto di forza è il gioco aereo, ma anche mantenere alta la concentrazione durante tutta la partita. Credo di dover migliorare nell’impostare l’azione, anche perché in Uruguay ancora non si gioca molto dal basso”.
Oggi si allena marcando Bergessio e D’Alessandro, e ascolta tutti i loro consigli. Nel 2018 lo seguiva il Barcellona, mentre a gennaio era stato vicino al River Plate. Contratto in scadenza a dicembre 2021 e le pratiche per ottenere il passaporto comunitario sono già iniziate. “Il mio sogno è arrivare in nazionale maggiore dopo le esperienze con la Sub20 e la Sub23. In futuro mi piacerebbe giocare in un campionato top, come la Serie A, la Liga o la Premier. Guardo spesso queste partite, così come quelle di Champions dove si nota la differenza di livello”.
Di Mattia Zupo
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