Un 2006 con numeri da robot. Matteo Lavelli, attaccante dell’Inter, ha giocato 28 partite e segnato 17 gol in stagione, con una media di una rete ogni 74 minuti in campo. Cose per pochi, anzi per il Pocho. Non è Lavezzi, ma il soprannome è lo stesso: decisiva, chiaramente, l’assonanza tra i cognomi.
Centravanti, ossessionato dal calcio. D’altronde il pallone è cosa di famiglia: il nonno gli ha trasmesso la passione, il padre è un ex calciatore, ora osservatore, mentre il fratello minore gioca alla Pro Sesto.
Se è vero che i gol non si contano, ma si pesano, Lavelli di gol ne segna tanti, e sono anche pesanti. Ultimo esempio la doppietta in semifinale Scudetto U17 contro la Fiorentina, decisiva per l’accesso alla finalissima, poi persa contro la Roma. Punto fisso in Nazionale di categoria, il suo talento talento quest’anno è emerso sotto gli occhi degli addetti ai lavori, grazie a una stagione da potenziale top player.
Tra bagni gelati per accelerare il recupero, e continuo allenamento, il sedicenne Lavelli vuole continuare a crescere in fretta. Intanto, prova a rubare qualche mossa al suo idolo Karim Benzema, Pallone d’Oro volato dal Real Madrid all’Al-Ittihad, che Matteo studia costantemente. Passione e lavoro, le due chiavi del classe 2006 nerazzurro, che ora vuole spiccare il volo.
Credit foto: Andrea Macchi (@makkinafotografica)
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