Lazio-Parma: una rivoluzione per il calciomercato

Hernan Crespo (imago)
Molte delle pratiche che siamo abituati ad osservare nel calciomercato erano già state sperimentate da Lazio e Parma anni fa
Alla fine degli anni ’90, anche attraverso il calciomercato, Lazio e Parma rappresentavano al meglio lo sfarzo e l’edonismo del calcio italiano dell’epoca. Due squadre che bussavano alla porta delle big storiche per sedersi al tavolo delle grandi. E i grandi acquisti erano il proprio biglietto d’ingresso. Nella prossima giornata di campionato si affronteranno in un contesto sicuramente differente, ma dopo aver comunque scritto pagine rilevanti della storia del calciomercato attraverso trasferimenti iconici che cifre altisonanti.
Bisogna partire dal presupposto che le operazioni tra Lazio e Parma esistevano per esaudire esigenze economiche più ampie che riguardavano gli imperi imprenditoriali dei relativi proprietari. Calisto Tanzi e Sergio Cragnotti infatti erano legati da uno stretto rapporto di confidenza e da affari finanziari che riguardavano le squadre che detenevano.
Ne ha parlato proprio l’ex patron della Lazio in un’intervista per il Messaggero: “Noi inventammo le plusvalenze, reali, non numeri fantasiosi, e apportavano vantaggi economici. E negli anni poi ci hanno seguito tutti“.
E di soldi se ne mossero davvero tanti in quegli anni fra Parma e Roma. Basta pensare che, seguendo le stime convertite in euro di transfermarkt, soltanto dal 1998 al 2001 i due club realizzarono operazioni per un totale di circa 150 milioni di euro, di cui 100 in favore del Parma. Un’infinità per l’epoca, e un’innovazione storica per il calciomercato.

Da Veron a Conceicao, passando per Crespo
Con i rapporti fra Parma e Lazio i trasferimenti dei calciatori diventano perciò vere e proprie manovre finanziarie. E la strategia di acquistare giovani talenti con l’obiettivo di rivenderli si rivelò vincente, almeno fino a quando fu possibile coprire i buchi lasciati nei bilanci.
Il primo della lista fu Diego Fuser, che passò al Parma riuscendo a vincere la Coppa a UEFA soltanto un anno dopo averla persa in finale con l’Inter di Ronaldo nella stagione precedente. Un’operazione fortunata che spinse la Lazio a ripeterla a parti invertite l’anno successivo. In biancoceleste arriva prima l’esperto Nestor Sensini e poi, soprattutto, la brujita Juan Sebastian Veron, che si rivelerà fondamentalmente per la conquista dello scudetto.
Successo che verrà celebrato da Sergio Cragnotti con altri due arrivi pesanti dal Parma. A Dino Baggio infatti si aggiunge anche Hernan Crespo, acquistato per la cifra record 56,8 milioni di euro. Operazioni che vedono come corollario anche i passaggi di Matias Almeyda e Sergio Conceicao al Parma.
Dopo aver assaporato il tetto del calcio europeo da lì in poi però i due club scivolarono nel baratro dei problemi finanziari, nascosti per fin troppo tempo dietro a trasferimenti altisonanti che servivano sia ad entusiasmare i tifosi che a sistemare i bilanci. Un modus operandi che, comunque sia, ha rivoluzionato il modo di approcciarsi al calciomercato.