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L’Italia, l’arrivo a Lecce e dieci anni di Lazio. Tra ricordi e retroscena Ledesma si racconta

Dalla Patagonia all’Italia, che ormai è casa sua. Questa è la storia di Cristian Ledesma centrocampista che ha lasciato l’Argentina a 16 anni per venire nel nostro paese. Una vita fa. 
Arrivai in Europa per la prima volta in occasione di un torneo internazionale con il Boca Juniors. Eravamo in Svizzera e in finale battemmo il Barcellona. Lì mi notò il Lecce. Corvino è intenzionato a portarlo in giallorosso e tenta l’affondo. Il Boca però fa muro, niente da fare. “Sono stato più di un anno senza squadra – ci racconta Ledesma in esclusiva – ho fatto provini con tante squadre tra cui l’ Udinese e il Chievo, ma alla fine sono finito al Lecce”. Cristian si era allenato in Salento per una settimana prima dei problemi burocratici che lo avevano costretto a stare un anno senza club. Poi finalmente è diventato giallorosso. Tutto bene quel che finisce bene.  


 

A Lecce il clima in spogliatoio è perfetto, l’ambiente giusto per consentire a un giovane di crescere e di formarsi come calciatore. Occasione meritata. 
Quando ho firmato il primo contratto é stato uno dei momenti più belli della mia carriera. Da quel momento sai che tocca solamente a te dimostrare il tuo valore”. 
Ledesma in giallorosso si fa valere, con tante stagioni ad alti livelli grazie anche a molti compagni che poi ritroverà da avversari nel corso degli anni in Serie A. Tanti anche nei derby, da Cassetti a Vucinic, quando loro indosseranno un’altra maglia giallorossa, quella della Roma: Sono stato benissimo a Lecce. Avevamo un gruppo fantastico è composto da giocatori molto forti che sono rimasti poi per tanti anni nella massima serie. Tanti li ho affrontati anche nei derby, come dicevamo prima. Dal punto di vista personale sono molto soddisfatto del mio rendimento e della mia crescita, sia dal punto di vista tecnico che sotto il profilo umano”.  


 

Le grandi prestazioni di Cristian non passano ovviamente inosservate. Ci prova prima la Fiorentina, del ds Corvino che lo aveva portato in Italia, poi la Lazio. È quello dei biancocelesti è il tentativo che va in porto, complice la volontà di Delio Rossi di averlo come direttore del centrocampo. “Ho sentito subito tanta fiducia, non ho mai avuto dubbi sulla Lazio”. E sarà casa sua, 10 anni fatti di tanto amore e ricordi. “Ho passato anni meravigliosi, la Lazio per me é una famiglia. Il pubblico è fantastico, mi sono stati vicini in tante occasioni. Anzi ti dico che è proprio nei momenti in cui ero fuori rosa che ho sentito ancora di più l’affetto dei tifosi della Lazio. È stato bellissimo. Poi per fortuna è arrivato il rinnovo è tutto si è risolto”. 

Tanti ricordi e tanti momenti speciali. “La vittoria della Coppa Italia contro la Roma è senza dubbio il momento più bello della mia carriera. Un’emozione indescrivibile”.
Anche se, dopo dieci lunghi anni, Cristian ha sentito fosse il momento di cambiare aria. Nonostante Roma fosse casa sua: “Non capivo più quale era il mio ruolo all’interno del progetto biancoceleste. Giocavo poco e non c’è stata comunicazione con la società, così ho scelto di andare via”. Destinazione? Santos, in Brasile. Un ritorno in Sudamerica che non rifarebbe perché “è un ritmo completamente diverso da quello che si ha in Europa”. Poi Ternana, Panathinaikos con Stramaccioni e Lugano in Svizzera.  


 

Tante esperienze e ora un futuro da allenatore che lo attente: “Ho allenato due anni alla Luiss, ora sono in cerca di un’opportunità. Cerco una società che possa puntare su di me, che mi possa dare l’occasione di crescere e di migliorare. Devo fare tanta esperienza e sono pronto a imparare giorno dopo giorno”. 
In fondo allenatore lo è sempre un po’ stato anche in campo Cristian. Sempre lì, lì nel mezzo, a dettare tempi e ritmi di gioco. Ora è pronto a farlo anche dalla panchina.

Lorenzo Cascini

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