“Meglio non incontrarsi”. Il retroscena sulla cessione di Lichtsteiner alla Juventus

In tutta la storia della presidenza Lotito – 17 anni – sono state soltanto due le trattative tra Juventus e Lazio. Ma se escludiamo la cessione in prestito di Caceres a gennaio 2019, l’unica vera trattativa tra i due club è stata quella per Stephan Lichtsteiner nel 2011.
Un travaglio durato mesi che ha rischiato di saltare un giorno sì e un no. E mai come in questa trattativa fu fondamentale il lavoro di intermediazione, che lavorò intensamente proprio per mediare tra i soggetti in causa. Da sempre, agli antipodi. Divennero famose in quei mesi alcune uscite del presidente della Lazio. “Se vogliono Lichtsteiner mi chiamasse il presidente Agnelli. Marotta? Con lui parla Tare”. Insieme all’immancabile detto “pagare moneta, vedere cammello” utilizzato già anni prima per Goran Pandev.

Se in una riunione si tesseva la tela per portare a conclusione la trattativa, bastava poi un incontro tra i soggetti interessati per rimettere tutto in discussione. “Costa troppo, per noi finisce qui”. E giù a lavorare per ricucire. Quando sembrava tutto a posto, l’ennesima riunione di Lega faceva saltare il banco. “Ha una clausola di 12 milioni. Non tirate fuori i soldi? Allora rimane con noi”.
Nel mezzo Lichtsteiner che aveva ormai scelto la Juventus, fortemente voluto da Conte per iniziare a costruire il ciclo vincente in bianconero. L’estate fu fondamentale, non fosse altro perchè non ci furono più occasioni istituzionali per i due club di incontrarsi. Alla fine vinse la volontà del giocatore, con gli intermediari che faticosamente trovarono anche un accordo tra i club. Clausola no, ma 10 milioni di motivi per accontentare Juventus e Lazio.