Lukaku ed Esposito: una storia di destini incrociati
Amici ed ex compagni, quella di Lukaku ed Esposito è una storia dai destini incrociati. Dall’amore per l’Inter all’Anderlecht, passando per un calcio di rigore

“Fai vincere la mia squadra”.
“E tu fai vincere la mia”.
Le parole scritte sotto un post dell’Anderlecht. I commenti sono di Romelu Lukaku e Sebastiano Esposito. Amici ed ex compagni dai destini intrecciati. Percorsi di vita. Percorsi di calcio. Andate e ritorni, con i confini ancora da disegnare. Uno, con la maglia della squadra belga, si è affermato come uno dei talenti più promettenti in Europa. L’altro, con quei colori, spera di poter iniziare ad affermare il proprio talento. Dall’amore per l’Inter al Belgio, nel mezzo il loro legame. Passato, presente e futuro di Lukaku ed Esposito.

Un calcio di rigore
L’Inter come sottofondo della loro storia. Milano la città che li ha fatti conoscere. La maglia nerazzurra quella che li ha uniti. Era l’estate del 2019. Antonio Conte torna in Serie A. A chiamarlo Beppe Marotta. Uno il nome richiesto dall’allenatore: Romelu Lukaku. Il belga arriva. Insieme a lui, nel reparto offensivo interista, anche una giovane promessa. I segni sono quelli del predestinato. Sebastiano Esposito, anno 2002. Il ragazzo cresce. Con gli insegnamenti di Conte. Con i consigli di Romelu. Allenamento dopo allenamento. Partita dopo partita. Fino al primo gol in campionato. È dicembre. Inter-Genoa, San Siro. Lukaku-Esposito la coppia titolare. L’italiano è il più giovane titolare dell’Inter in un match nel ventunesimo secolo. Un record festeggiato con la prima rete in Serie A. È il 64’, calcio di rigore per i nerazzurri. “Vai convinto sulla palla e segna”. Il belga lascia il pallone ad Esposito. Gol.

Questa volta l’estate è quella del 2022. Voglia di rinascita. Ripartire per (ri)scriverai il futuro. Lukaku è tornato a casa. È voluto tornare a casa. Esposito, dopo Basilea, ha scelto l’Anderlecht. La volontà quella di affermare finalmente il proprio talento. Proprio lì, dove il suo amico Romelu aveva iniziato a esprimersi nel grande calcio. Si sono ritrovati al CONI tre anni dopo il giorno delle visite mediche. Un sorriso, un abbraccio, un destino incrociato. L’obiettivo è di ridisegnare il proprio percorso nel segno della felicità. Voglia di riscatto nella loro testa. Magari con due campionati in più. Ne sarebbero contenti entrambi.