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Dal Milan al Milan: Oddo e quel lungo giro per la consacrazione

Con i giovani serve tempo“. Quante volte, soprattutto in Italia, viene ripetuta questa frase quando si parla dei talenti nel mondo del calcio? Non è sicuramente una storia recente, ma la pazienza spesso si rivela una virtù. È il caso di Massimo Oddo e, per raccontare il tutto, bisogna tornare indietro di 30 anni. Un lungo giro con un punto di partenza e di destinazione identico: Milano, sponda rossonera.

 


È il 1993 quando il Milan decide di acquistare un giovane Massimo Oddo dalla Renato Curi, fucina di talenti in Abruzzo, dove aveva esordito anche in prima squadra con tre presenze. Doti incredibili, ha tutto per diventare un ottimo giocatore e, inizialmente, gioca con la formazione primavera. Poi per Oddo inizia un lungo valzer di prestiti in Serie C1 per cercare il salto di qualità: Fiorenzuola, Monza, Prato e Lecco. Nel 1998 il Milan cerca di piazzarlo di nuovo in prestito, ancora una volta al Monza.

È già stato qui, non ha fatto bene” confessa Pierluigi Frosio, l’allenatore dei brianzoli, a Ruben Buriani. “Prendiamolo, non ci costa niente. Vediamo cosa succede” la risposta dell’ex calciatore (QUI la sua storia) diventato dirigente. Un giocatore inizialmente indesiderato che fa…la differenza: 30 presenze e 4 gol, tutti su punizione. L’inizio dell’ascesa perché Oddo viene prima acquistato in comproprietà dal Napoli e, nell’estate del 2000, si trasferisce a titolo definitivo al Verona del presidente Pastorello.

 


Da giocatore che nessuno voleva Oddo diventa così un calciatore importante, non solo per i club dove gioca, ma anche per la Nazionale. Il 2006, d’altronde, è storia ben conosciuta. Ma le annate migliori dove le vive? Ancora con la maglia del Milan, con la quale alza al cielo cinque trofei, compresa una Champions League. Da San Siro a San Siro, un lungo cerchio per raggiungere il successo. Il frutto di lavoro e continuità per un giocatore che, da giovane, era stato giudicato prematuramente.

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