Quando il calendario (del Milan) sembra uno strano gioco del destino. Prima la sfida al Benevento di Inzaghi, domenica 3 gennaio. Tre giorni dopo Milan-Juve, con Pirlo sulla panchina dei bianconeri. Porte girevoli tra ex che in rossonero hanno fatto tanto e vinto tutto, con uno strano filo del mercato che li lega.
Luglio 2001: il numero «9» della Juventus passa al Milan, un’operazione che nasce sulla base di 70 miliardi, poi diventati quasi 50 più Cristiano Zenoni per aggirare il blocco della Fininvest di Berlusconi. Ma un affare tira l’altro, e dalle viscere di quella trattativa ne nasce un’altra, che ha spostato un bel po’ di equilibri di storia del calcio.
Un venerdì di fine giugno arrivano le firme di tutte le parti in causa, che si danno appuntamento a Torino per definire: la triade bianconera, Galliani e l’agente Tullio Tinti. «Va bene così! Inzaghi è nostro.»
L’ad rossonero, arrivato da Roma in treno, chiede poi un passaggio a Tinti per tornare a Milano e lungo la strada gli squillerà il telefono trecento volte. Risponde a pochi. Uno di quei pochi è Giuliano Terraneo, ds dell’Inter. Tinti spegne la radio e ascolta le risposte, a singhiozzo, del dirigente. «Sì.» «Chi mi daresti?». «Quanto vuoi?». Adriano mette giù. Quindi? «Vuole fare qualcosa, mi ha proposto dei ragazzi» tra cui un giovane e sottovalutato Andrea Pirlo, che come agente ha proprio Tinti. Inutile raccontarvi come sia proseguito il resto del viaggio, con un martellamento continuo per dare vita a quell’improvvisa pista di mercato. «Guarda che tecnicamente è fortissimo.» Guarda che qua, guarda che là. «Si fidi! Lei che ama il bello, lo prenda e non se ne pentirà.» «Ok, ne riparliamo» replica Galliani a voce alta e con un movimento di testa piuttosto ondeggiante, quasi entusiasta. Gli frulla qualcosa in mente. L’agente del centrocampista rientra a casa, a Brescia, e la mattina successiva prepara meticolosamente il borsone per andare a Milano Marittima in compagnia della moglie, lo aspetta un weekend di assoluto relax. «Hai messo dentro tutto? Sì, certo.»
Fantastico. Alle 10, Tinti scende pacifico e beato, indossando un paio di jeans rossi e una Lacoste bianca, e va al bar di sotto per una spremuta e un caffè. La macchina è carica e pronta per partire. Sul display, però, lampeggia il numero di Galliani. «Tullio, quanto chiedi per Pirlo? Vieni in sede che lo facciamo.» Altro che riposo. Il procuratore s’illumina e contatta subito il giocatore, in quel momento in viaggio di nozze. «Al Milan ci andresti volentieri?» «Dici sul serio?».
La vita in rossonero gli cambierà ruolo e soprattutto carriera, trasformandolo in uno dei giocatori più vincenti di sempre e più ambiti sul mercato, finito poi alla Juve ma corteggiato anche da Barcellona e Real Madrid.
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