Ripartire e saper ricostruire da zero. Questo il grande lavoro fatto dalla nuova proprietà e dalla dirigenza rossonera. Gazidis, Maldini e Massara su tutti. Organizzazione come parola d’ordine. I rossoneri hanno avuto la forza di iniziare un nuovo ciclo dopo le delusioni della gestione cinese. Quella squadra è ormai solo un lontano ricordo: con il trasferimento di Conti alla Sampdoria era rimasto infatti il solo Kessie come ultimo acquisto dell’era Li Yonghong ancora presente in rosa. Ancora per qualche mese, poi volerà a Barcellona.
Tanti sono i soldi spesi, altrettanti i rimpianti. Acquisti che non hanno inciso come si sperava, meteore che fanno ancora drizzare i capelli ai tifosi rossoneri. Più di 250 milioni investiti e tanti gravi errori commessi su tutta la linea, anche se le premesse lasciavano ben sperare.
Era la stagione 2017-2018, partita tra grandi aspettative e “cose formali”, citando i dirigenti Mirabelli e Fassone. Invece andò tutto male. A fine anno il Milan arrivò sesto, quindi in Europa League, ma la cosa deludente furono i risultati in base alle aspettative create e il rendimento di tanti giocatori pagati a peso d’oro in quella stessa sessione di mercato. Da Conti ad André Silva, in una parola: flop.
Il primo arrivava insieme a Kessiè dall’Atalanta delle meraviglie di Gasperini. Giovane, italiano e di grande prospettiva. Le premesse per aver messo a segno un gran colpo c’erano tutte. Costo? 24 milioni di euro. Da lì per lui inizia però un calvario: il ginocchio fa crack a settembre in allenamento. Rottura del crociato anteriore e tanta delusione. Poi torna e si fa male ancora; sarà un anno e mezzo molto complicato sia sotto l’aspetto fisico che dal punto di vista psicologico. Rientra ma non è più lui, qualche presenza con Giampaolo e un prestito al Parma. Ora il suo presente si chiama Samp. Con il Milan non è andata, peccato. Rimpianto.
Peggio di lui c’è solo André Silva. Doveva essere l’attaccante di punta del nuovo ciclo rossonero, dire che non ha rispettato le attese è essere generosi. 38 milioni, 26 presenze e solo due gol. “A Milano ero da solo. Non è stato facile”. Tra la poca pazienza del pubblico e la maledizione della nove rossonera, le cose non sono andate. Poi però, lontano dall’Italia, è rinato. Gol a grappoli con l’Eintracht di Francoforte, una media di quasi uno a partita. Di testa, di destro, di sinistro e anche di tacco. Silva in Germania ha trovato la sua dimensione. È diventato eroe a Francoforte, facendo la fortuna del club rossonero in Bundesliga. Destino beffardo, anche se i colori erano gli stessi. In estate è andando al Lipsia e sta continuando a segnare. In Italia resta una comparsa e un ricordo. Auf Wiedersehen André.
Meteore, acquisti sbagliati e promesse non rispettate. Li trovate alla voce “te lo ricordi?”. Ora sono in giro per l’Europa. Chi con una valigia sempre in mano, chi alla ricerca della propria dimensione o di un’opportunità. Biglia si presentò ai tifosi con un “Forza Lazio” e se il buongiorno si vede dal mattino, qualcosa si poteva immaginare. Contratto di tre anni, 3,5 milioni di euro a stagione e 24 per acquistarlo dai biancocelesti. Fallimento. Ora gioca in Turchia nel Fatih Karagümrük, insieme a Borini. Altro desaparecido di quel Milan. Anche Musacchio, stessa storia. Corteggiato per due sessioni di calciomercato era arrivato per guidare la difesa con Bonucci. Esperimento fallito. Nessun equilibrio spostato e pochi risultati. Oggi Mateo, dopo un anno alla Lazio, è svincolato e aspetta un’offerta. A Milano male, a Roma non molto meglio. Tanti sono poi gli altri nomi, da Antonio Donnarumma a Halilovic. Stelle comete, più che meteore. Zero presenze e nessuna occasione di lasciare un segno. Ricordi sfocati di un Milan che non esiste più. Adesso è tornato il sereno.
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