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Mitrovic storia del bad boy che ha mandato la Serbia in paradiso e riportato il Fulham in Premier League

Duro, bad boy e protagonista. Questo è Alexsandar Mitrovic in tutto e per tutto. Da sempre una testa calda. La stessa testa con cui ha regalato la qualificazione alla sua Serbia mandando ai playoff il Portogallo di Ronaldo. Eroe nazionale. Oltre che miglior marcatore della storia della nazionale, 44 gol e spesso decisivi. Come è successo ieri al 90’.  


 

La passione per la lotta

In carriera Mitrovic ha sempre fatto parlare di sé, sia in campo che fuori. Protagonista a tutto tondo. Istinto puro. Se non avesse sfondato con il calcio sarebbe diventato un criminale. “Se non avessi fatto il calciatore mi sarei dato al kickboxing o alla criminalità di strada”. Parola sua, testa calda e impulso puro. Insultò Ibrahimovic dandogli della femminuccia. Giusto per capire il personaggio. Adesso al Fulham sta facendo gol a grappoli: già 20 in 17 partite. Nel 2019-2020 ne fece 26 con Parker in panchina. Record personale che ora punta a battere. Obiettivo chiaro e intanto la Serbia può sognare in grande. 

Quel paragone con Mario

Paragonato a Balotelli, sia per il numero di maglia che per la testa: 45 sulle spalle e comportamenti spesso sopra le righe. “Mi piace, siamo entrambi stravaganti”, disse in un’intervista. Bad boy per eccellenza. Differenze invece nelle esultanze, mai banali da entrambe le parti. Mitrovic festeggia sempre con rabbia, urlando e dando sempre la parvenza di voler spaccare il mondo. Lui contro tutti, come stile di vita. Ieri ha mandato la Serbia in Qatar facendo quello che sa fare meglio: gol. Casualmente di testa.  


 

Ieri dopo il gol al Portogallo è uscito dallo spogliatoio in mutande con la bandiera della Serbia. Lui che ha mandato la nazionale di Stojkovic in paradiso e in Qatar giocherà il suo secondo mondiale. Da sempre bollato come “cattivo ragazzo” ha sempre risposto sul campo. Cresciuto nel Partizan come Vlahovic, da ieri è lui l’eroe in Serbia. Gol, esultanze e mai paura di nessuno. Con Mitrovic è sempre una questione di “testa”, per conferma chiedere a Ronaldo.

Lorenzo Cascini

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