“La vittoria dello Scudetto per me è solo un inizio”. Queste le parole di Aurelio De Laurentiis, il presidente del Napoli che lo scorso 4 maggio al Friuli di Udine è diventato Campione d’Italia per la terza volta nella sua storia. Da Maradona a Kvaratskhelia, da Ciro Ferrara al sudcoreano Kim, la squadra azzurra è tornata a trionfare in Serie A a distanza di 33 anni dall’ultima volta. La storia è stata scritta, merito anche della gestione del suo numero uno: andiamo a ripercorrere il cammino del suo Napoli dal 2004 ad oggi.
Come tante società in Italia gloriose e con un grande passato alle spalle in Italia, anche il Napoli nel 2004 è fallito. Una ferita pesantissima da digerire per tutto il popolo napoletano, che dopo le vittorie dell’era Ferlaino con Maradona, in quell’estate si trova priva di squadra e con la storia cancellata. Ma ci pensa un uomo a riportare l’entusiasmo in città: Aurelio De Laurentiis.
Quel 6 settembre 2004 De Laurentiis diventa presidente del Napoli Soccer, iscrivendo la squadra nel girone B di Serie C1 e con organico giovane con gli innesti di Abate, Terzi e Pozzi e giocatori di grande esperienza come “El Pampa” Sosa, Montervino, Corrent e poi non possiamo non menzionare i colpi del mercato di gennaio come quello di Emanuele Calaiò prelevato dal Pescara nel 2005. Nel 2006 dopo due anni di sofferenze il Napoli ritorna in Serie B con in sella l’uomo che è tutt’ora rimasto nei cuori dei napoletani come Edoardo Reja.
Passo dopo passo, mattone dopo mattone, Aurelio De Laurentiis di anno in anno ha reso sempre più grande il suo Napoli. Nella stagione 2006-2007, dopo due anni di assenza, la squadra azzurra ritorna in Serie B, in un campionato di assoluto livello con Juventus, Genoa, Spezia, Bari, Bologna, Lecce e Brescia (solo per citarne alcune). Il team di Reja si piazza secondo in classifica e all’ultima giornata contro il Genoa festeggia un ritorno mai così atteso in Serie A.
Le luci del massimo campionato italiano tornano a splendere a Napoli e De Laurentiis piazza i suoi primi colpi di mercato. Ci sono due acquisti che hanno fatto la storia del club, quelli di Ezequiel Lavezzi e Marek Hamsik, due calciatori che hanno scritto pagine importanti in azzurro e che hanno fatto sognare i tantissimi tifosi napoletani. Al primo anno il presidente romano riporta subito il Napoli in Europa, classificandosi all’ottavo posto che vuol dire qualificazione alla Coppa Intertoto e di conseguenza ai preliminari di Coppa UEFA.
Nel settembre 2008 Napoli torna a respirare aria europea contro Vllaznia prima e Benfica poi, purtroppo perdendo i playoff proprio contro i lusitani al Da Luz di Lisbona. Ma è solo una questione di tempo per il ritorno nell’Europa che conta per il Napoli. Nel 2011 la squadra azzurra ritorna dopo 21 anni in Champions League, dopo una grande cavalcata con Walter Mazzarri in panchina. Oltre ai già citati Hamsik e Lavezzi, nell’era Mazzarri si sono avvicendati due calciatori rimasti nel cuore di Napoli: Fabio Quagliarella (2009-2010) ed Edinson Cavani (arrivato nel 2010 dal Palermo). Due attaccanti che hanno fatto gridare di gioia il San Paolo a suon di gol e giocate meravigliose. Nel 2012 un Napoli sempre più maturo e consapevole sfiora la qualificazione ai quarti di finale di Champions, uscendo contro i futuri campioni di quella edizione, ovvero il Chelsea di Roberto Di Matteo.
Dopo il ritorno nel calcio che conta, la qualificazione prima in Europa League e poi in Champions, nel 2015 l’obiettivo del Napoli di Aurelio De Laurentiis è uno e uno solo: vincere lo Scudetto. In quell’annata la tifoseria sogna ad occhi aperti, infatti, per molti mesi la squadra azzurra è stata in vetta al campionato di Serie A, trascinata dai gol del “pipita” Higuain, dalla classe di José Maria Callejon e dal carisma di Koulibaly. Napoli ha assaporato quel titolo che mancava da troppo tempo, grazie anche ad un calcio spumeggiante e innovatore di un uomo alla prima esperienza in una big italiana: Maurizio Sarri. Purtroppo una serie di sconfitte, tra cui quella nello scontro diretto contro la Juventus perso per 1-0 con il gol di Simone Zaza, spezza i sogni di gloria della team campano che è costretta ad accontentarsi del secondo posto.
Nel 2017/18 la squadra di Sarri ci riprova ancora, stavolta senza più il suo bomber Gonzalo Higuain, passato nell’estate 2016 alla Juventus per 90 milioni di euro. Un sogno che stava per diventare realtà quando Koulibaly al minuto 90 quel 22 aprile di testa segna uno dei gol più importanti della carriera proprio alla Juventus. Una rete particolare, che consente agli azzurri di andare a meno uno dai bianconeri. Ma, ancora una volta, la dea bendata non gira a favore del Napoli e la settimana dopo Sarri e i suoi ragazzi perdono 3-0 a Firenze con la tripletta di un futuro azzurro campione d’Italia, Giovanni Simeone.
La stagione 2022-23 resterà per sempre nella storia calcistica di Napoli e del Napoli. Un’annata iniziata con cessioni importanti e dolorose come quelle di Dries Mertens, Kalidou Koulibaly, Lorenzo Insigne e Fabian Ruiz, ma conclusa con una gioia immensa per il popolo napoletano e con nuovi idoli da apprezzare. Su tutti il colpo dell’anno che si chiama Khvicha Kvaratskhelia, il georgiano che ha stupito tutti e che ha trascinato il Napoli a suon di cavalcate, gol e assist.
È stato anche l’anno di un altro grande numero 9 dell’era De Laurentiis, ovvero Victor Osimhen. Ma soprattutto l’uomo che ha reso forte il gruppo, proteggendolo da tutto e da tutti, dandogli un’identità di gioco importante è stato Luciano Spalletti, l’eterno secondo che a fine stagione può festeggiare uno Scudetto mai così meritato e atteso.
Napoli adesso può sfoggiare lo scudetto sulla maglia. Un vanto che mancava da 33 anni, nel segno anche del suo Presidente, fautore di un capolavoro calcistico.
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