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La nazionale italiana sordi raccontata dal ct: “Siamo riusciti a creare un gruppo unito”

Mettersi a disposizione di un movimento intero: per Trocchia è una vera filosofia. Perché mentre la nazionale di Spalletti si prepara all’Europeo in Germania, la nazionale dei sordi guidata da Igor è già in Turchia per giocare il proprio Europeo. La sua è una storia che parte da lontano.

 


Photo Credits: Roberta De Palo

 

Alla scoperta della nazionale sordi italiana

Partiamo con ordine. Igor Trocchia è il ct della nazionale da ormai cinque anni: “Veniamo da un percorso iniziato con l’Europeo in Grecia ormai 5 anni fa. Sono subentrato all’ex ct che aveva ricevuto un’offerta: l’ho sostituito e poi la federazione mi ha rinnovato la fiducia” racconta ai nostri microfoni. 

 


Photo Credits: Roberta De Palo

 

Igor fa tutto ciò per pura passione, per aiutare un movimento calcistico a crescere: “Sono uno che si mette in gioco e non ho paura di nulla: ho fatto questa esperienza è andata bene e la proseguo perché mi dà tanto anche a livello umano se devo essere sincero. Dal punto di vista umano ti fa sentire utile per qualcuno perchè comunque metto a disposizione le mie competenze per un movimento”.

L’approccio è totalmente diverso rispetto al calcio: “Sicuramente bisogna usare una comunicazione un pochino più essenziale fatta di sguardi e poi bisogna dare una proposta semplice ma efficace: se già nel mondo degli udenti un allenatore a volte non viene capito per le sue idee, ti lascio immaginare nel mondo dei sordi questa cosa come possa essere ampliata”. Così come il livello: “Il livello è simile a una promozione. Quando sono arrivato loro giocavano a zona ma veniva fatta malissimo. Abbiamo iniziato a giocare a uomo e la cosa ha funzionato”.

 


Photo Credits: Roberta De Palo

 

L’Italia di Trocchia adesso si sta giocando l’Europeo in Turchia. La voglia di stupire, la consapevolezza di essere parte di un movimento che merita attenzione: “Voglio ringraziare i ragazzi che sono fantastici, abbiamo creato un gruppo unito. Ci abbiamo messo un po’ di tempo perché quando sono arrivato le cose non erano proprio così, ma grazie all’aiuto di tutto lo staff siamo riusciti a creare un un blocco unico che insomma ti fa andare lontano”.

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