Cuore d’oro e mani d’acciaio: Onana, eroe nerazzurro che non ha mezze misure

Le mani miracolose sono valse il cammino fino alla finale. Una rivincita personale enorme per André Onana che è tornato protagonista assoluto dopo anni difficili. Una storia di fiducia, personale sicuramente, ma anche dell’Inter. Perché l’ingaggio del portiere camerunese era stato pianificato già da fine 2021. A gennaio 2022 le visite prima dell’ufficialità dell’ingaggio a maggio. Un contratto quinquiennale importante, da tre milioni di euro annui e l’eredità di Handanovic da raccogliere. E ora la possibilità, sempre più concreta, di andare a Manchester per vestire la maglia dei Red Devils – per lui l’Inter vorrebbe almeno 55 milioni di euro.

Il portiere che non conosce mezze misure
All’Inter Andrè si è riscoperto. Prima in Champions, in cui è subito partito titolare, poi anche in campionato quando ha completato il passaggio di consegne con il portiere sloveno, che da capitano vero ne è diventato il primo tifoso anche dalla panchina. Onana è un personaggio dal carattere forte, verace e ne ha vista poca. Non conosce sfumature: o titolare o tribuna.
Come l’ultimo anno all’Ajax, quando dopo prestazioni non brillanti e diverbi con i tifosi Ten Hag lo confinò in tribuna fino alla fine del contratto e come “premio” lo spedì in vacanza a Yaoundé, capitale del Camerun. Dove a marzo scorso corse un brivido quando si schiantò con la sua macchina ma ne uscì illeso. O come accaduto durante i mondiali in Qatar, quando dopo la prima partita e un litigio con il Ct Song è stato allonatanato dal ritiro, reo di essersi messo sopra al bene della squadra. “Ho pagato per tutti“, pensò lui.

Testa calda e fumantina, ma sempre decisa. “Faremo una gran partita questa sera”, ha detto nell’intervista pre partita nella notte del Do Dragao. Non è una consuetudine sentire un livello di fiducia così alto prima di notti del genere. Ma Onana se lo sentiva, lo ha detto. Ma soprattutto lo ha dimostrato con quel miracolo sul colpo di testa di Taremi al 96′ spinto sul palo. Solo la più iconica, che però non cancella una continuità e una solidità pazzesca in tutta la serata.
La partenza dal villaggio e la beneficenza
Testa calda e fumantina, ma decisa, dicevamo. Ma cuore grande e d’oro. Perché André ha sempre cullato i suoi sogni con generosità. Quando da bambino accompagnava il fratello maggiore e gli portava borsa e guanti, sognando di essere lui protagonista tra i pali. Realizzato.
Perché a Yaoundé è stato protagonista André e da lì è partito per costruirsi la carriera. Prima entrando nell’accademia di una leggenda per il Camerun, Samuel Eto’o e poi per cercare di percorrerne le orme anche senza fiuto del gol, ma con i guanti in mano. Perché Eto’o lo andava a vedere allo stadio insieme agli altri Leoni della Nazionale, i suoi eroi, che raggiungeva a piedi in mezzo alla folla.

Poi l’Academy, appunto. E i viaggi, decisivi. Perché la fondazione di Samuel punta a far conoscere i talenti locali e dar loro opportunità. Durante un torneo a Barcellona strega gli osservatori catalani che lo portano nella Masia. Cinque anni nelle giovanili del Barça, prima di ripartire per un’altra città santuario per il calcio mondiale: Amsterdam. Con l’Ajax diventa titolare già a 20 anni e vince in patria, ma sfiora anche gloriose imprese europee dei tempi che furono per i Lanceri: finale di Europa League nel 2017 e quella di Champions sfumata a una manciata di secondi dalla fine nel 2019.
Cuore d’oro, dicevamo. Perché Onana non ha mai dimenticato il villaggio di Nkol Ngok, alle porte della capitale, dove è cresciuto. Perché durante il soggiorno forzato ai tempi dell’Ajax, il portiere è andato più volte al centro di medicina sportiva di Nkomkana e alla Clinica Sainte Marie di Ngousso. Centri ai quali Onana ha sempre devoluto importanti donazioni per permettere interventi chirurgici ai bambini dai 2 ai 18 anni, perché in Camerun la sanità non è gratuita. Cuore d’oro. E mani d’acciaio. L’Inter ringrazia e si gode – per il momento – la sua scommessa dalla testa calda