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Palacio, l’interesse della Roma e l’offerta su un tovagliolo

“Il calcio è circolare”. Questa frase, spesso usata da Walter Sabatini, è l’emblema della storia tra il dirigente di Marsciano e Rodrigo Palacio. Oggi fianco a fianco al Bologna, ma in passato vicini a lavorare insieme. Un amore calcistico che dura da 13 anni, quando Sabatini nel 2008 tentò di portarlo alla Lazio dal Boca Juniors, ma senza successo. Tentativi ripetuti qualche anno dopo, ma con la Roma.

 


È l’estate 2011, Palacio è reduce da due ottime stagioni con il Genoa. Sabatini, approdato da qualche mese alla Roma, è alla ricerca di un attaccante per Luis Enrique. Due sono i nomi in ballo: da una parte Palacio, dall’altra Osvaldo. Alla fine la scelta ricade sulla punta dell’Espanyol, ma i tentativi della Roma non finiscono qui.

Un anno dopo, infatti, i giallorossi tornano alla carica. Palacio è prossimo a lasciare Genoa e ci sono tre squadre in corsa: l’Inter, il Napoli e la Roma. L’appuntamento per parlare dell’argentino si svolge all’Hotel Locarno di Roma, a pochi passi dall’ufficio romano di Sabatini. Oltre al ds giallorosso sono presenti Gabriele Giuffrida e Roberto Depietri, padre putativo di Palacio, migliore amico ed ex compagno di squadra del papà di Rodrigo.

 


Un aperitivo informale, si chiacchiera della volontà di Palacio, ma anche di cifre. E la proposta di contratto viene scritta su un…tovagliolo. Sabatini, infatti, sfila il fazzoletto sotto il suo cocktail e lo porge a Roberto Depietri: “Scrivimi qua la sua voglia di venire a Roma“. Depietri scrive la cifra del contratto e ridà il tovagliolo. Sabatini lo guarda e dice: “Non mi sembra che abbia così tanta voglia di venire alla Roma“.

 


Il vero scoglio nella trattativa, in realtà, era un altro. La Roma, infatti, doveva far cedere Borriello, condizione necessaria per l’acquisto di Palacio. I giallorossi tentarono anche di imbastire uno scambio tra i due attaccanti con il Genoa, ma il club di Preziosi voleva monetizzare dalla cessione dell’argentina. Niente da fare, con il giocatore che poi si trasferì all’Inter con buona pace di Sabatini che, però, ha incrociato la strada di Palacio a Bologna. Un desiderio avverato, la perfetta chiusura del cerchio.

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