I segreti di Boniek e la Juventus: Paulo Sousa nuovo CT della Polonia

Una questione di Stato che davvero ha tenuto con il fiato sospeso la Polonia calcistica: scoprire chi fosse il nuovo CT della Nazionale. Dopo dieci giorni di voci e false piste, oggi con la conferenza stampa di presentazione c’è stata la conferma dell’indiscrezione resa nota nella serata di ieri: Paulo Sousa sarà il nuovo CT della Polonia.
Ma si è arrivati alla conclusione dopo giorni convulsi, soprattutto sui giornali polacchi. Dove si è vissuto un toto nomi che ha visto protagonisti tanti “italiani”, complice una parte del cuore del presidente della Federazione. Romano d’adozione ormai da decenni, il doppio filo che lega Zibi Boniek all’Italia ha dato il là ad una serie di piste e indiscrezioni infinita. Carrera, Giampaolo, Zenga, Donadoni, Montero, tutti allenatori accostati alla panchina ma mai davvero contattati. Al contrario di altri, come Di Biagio e Stramaccioni, presenti nella short list di Zibì, ma mai davvero vicini a sedere sulla panchina della Polonia.

Paulo Sousa è stato fin dall’inizio la prima scelta di Boniek. Bravo a nascondere la trattativa, condotta in prima persona, senza intermediari e capace di convincere il portoghese ad accettare il ruolo inedito di selezionatore. Se si esclude l’avventura ad inizio carriera di assistente di Carlos Queiroz, mai Sousa aveva ricoperto il ruolo di CT. Il rapporto tra i due è stato importante, così come il passato comune in Italia, tra campo e panchina.

Anche se in tempi diversi, entrambi hanno indossato la maglia della Juventus e le tante esperienze italiane hanno formato l’allenatore giusto per la Polonia. La conoscenza delle lingue e il profilo internazionale che sulla panchina polacca non si vedeva da oltre dieci anni, dai tempi dell’olandese Leo Beenhakker. Stile ma anche tecnica, importante tanto quanto il pedigree. Troppo cocenti le delusioni del Mondiale 2018 e dell’ultima Nations League per non dare nuove ambizioni alla Polonia di Lewandowksi. Europei e poi Mondiali con Paulo Sousa, probabilmente l’ultimo lascito di Zibi alla sua Polonia, visto l’incarico in scadenza dopo 9 anni.

Una firma sul contratto arrivata nel pomeriggio. Una sola, come la parola data da Paulo Sousa a Boniek. E chissà se nella mente dell’allenatore portoghese sarà tornato in mente l’episodio della doppia firma di Luis Figo. Lui fu protagonista indiretto, di uno dei casi di calciomercato più famosi: Juventus e Parma entrambe con un contratto firmato dal fenomeno portoghese.

Ma torniamo indietro di oltre 25 anni. E’ l’ottobre del 1994 e un ragazzotto ventiduenne di Almada, distretto di Lisbona, ha il contratto in scadenza con lo Sporting Clube de Portugal ed è conteso tra la Juventus di Umberto Agnelli e il Parma di Calisto Tanzi: Luis Filipe Madeira Caeiro… per tutti Figo!
Dopo oltre 100 presenze con la maglia del suo club, Luis vuole venire in Italia e decide di incontrare il direttore del Parma Giambattista Pastorello, il primo a muoversi per comprarlo. E, tra l’altro, in buonissimi rapporti con il suo agente José Veiga, una specie di Jorge Mendes dell’epoca. «Vieni da noi?» La risposta di Figo è affermativa, i due si stringono la mano, quasi fosse una sorta di promessa di matrimonio. Da celebrare però solo dopo l’inizio di febbraio, quando il contratto avrebbe avuto validità giuridica.

Ma qualche settimana dopo, entra in pista la Juventus, spinta proprio dal connazionale Paulo Sousa. I due sono ex compagni e amici, si conoscono bene, e Paulo è già un’istituzione in Portogallo. Così i bianconeri entrano in contatto con Figo proprio grazie a lui e organizzano un appuntamento il 18 ottobre in occasione della trasferta bianconera di Coppa Uefa sul campo del Maritimo, ovviamente in terra portoghese. La triade Bettega-Giraudo-Moggi definisce un’operazione lampo in cui si mette praticamente tutto nero su bianco: allo Sporting 6 miliardi di lire, e triennale al calciatore.

Da lì parte uno scontro di calcio, ma soprattutto di potere tra Tanzi e Agnelli. Un finale che potete trovare nel libro “Grand Hotel Calciomercato”. E quasi fosse un presagio sull’asse polacco-portoghese per la panchina della Nazionale, vi diciamo in anteprima che il libro sarà tradotto proprio in polacco nelle prossime settimane. Un successo editoriale italiano che sta trovando spazio anche in Europa. Dal Giappone, alla Polonia. Non è sempre (e ovunque) calciomercato?