Dalla Serie C a eroe della Croazia al Mondiale. La parabola da sogno di Bruno Petkovic è su tutti i quotidiani. A 28 anni, il centravanti sta vivendo una nuova vita. “Nemo propheta in patria”… lui invece è l’eccezione (che conferma la regola?).
Petkovic in Italia ha vissuto anni non facili: tanto talento, altrettante occasioni, pochi gol. Da Catania a Varese, passando per Reggiana, Entella, poi Trapani, Bologna e infine Verona. 0 reti in 42 presenze in Serie A. 12 marcature in B (59 partite), 4 in C (19 partite). Bilancio negativo per un attaccante d’area come lui.
Ma dal ritorno in patria è rinato. 193 presenze con la Dinamo Zagabria, 62 gol. Idolo dei tifosi, ha conquistato tutti. Dopo questo gol al Mondiale, ancor di più. Ma nella sua carriera resta questa “macchia”, non aver inciso in Italia.
Eppure, un direttore sportivo che ha sempre creduto in lui c’è eccome. Si chiama Daniele Faggiano e ha avuto Petkovic al Trapani (la squadra italiana in cui il croato ha fatto meglio: 10 gol in un anno solare). Il suo sogno è stato riportare il “suo” attaccante in Italia, alla Sampdoria.
In estate, infatti, Faggiano ci ha provato. Ha contattato la Dinamo Zagabria e l’agente del giocatore Giacomo Branchini: le parti hanno intavolato una trattativa, salvo poi capire che non c’erano le condizioni necessarie a procedere.
Allora si sarebbe potuto fare in prestito con diritto. Oggi – a pochi mesi di distanza – sembra impensabile. Sì, perché la Dinamo si prepara a chiedere un titolo definitivo, o prestito con obbligo. Cifra per i potenziali acquirenti: 12 milioni di euro. Per un classe 1994, non male.
Profeta in patria, e anche in Qatar. Chissà se il futuro darà a Petkovic occasione di riscattarsi anche in Serie A. Intanto, batte il Brasile e si gode questo bellissimo viaggio.
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