Pietro Fiorini, talento da scoprire tra tecnica e visione di gioco

Pietro Fiorini (credits: Sudtirol youth)
Pietro Fiorini, classe 2006 di proprietà dell’Empoli, si sta mettendo in mostra in Primavera
Pietro Fiorini è uno di quei profili che colpiscono per maturità e intelligenza calcistica. Classe 2006, ha costruito il suo percorso con pazienza e dedizione, guadagnandosi stagione dopo stagione un ruolo sempre più centrale nelle squadre giovanili azzurre.
Dopo un’esperienza in prestito al Siena con l’Under 16, dove fu subito aggregato alla Primavera due anni sotto età, il ragazzo ha poi fatto ritorno a Empoli per completare la sua crescita.
Il momento della svolta è arrivato con l’Under 18, dove Fiorini si è distinto con 11 gol e 5 assist, agendo prevalentemente da trequartista. Un rendimento che ha acceso i riflettori su di lui, grazie anche alla sua capacità di cucire gioco e servire i compagni, in uno stile che ricorda per certi tratti Charles De Ketelaere. Visione, altruismo e letture sempre lucide lo rendono una pedina preziosa.
Quest’anno Fiorini ha vissuto una nuova tappa importante nel suo percorso, approdando al Sudtirol in prestito per misurarsi nel campionato Primavera 2. Schierato da mezzala offensiva, ha confermato le sue qualità tecniche e la sua efficacia negli ultimi trenta metri, contribuendo al 35% delle reti della sua squadra.
Un profilo moderno per un calcio che cambia
Nel calcio giovanile italiano, dove spesso l’attenzione si concentra su individualismi e giocate spettacolari, Pietro Fiorini rappresenta un profilo diverso: concreto, maturo e sempre al servizio della squadra. Un numero 10 del tutto atipico, moderno.
Le sue prestazioni non sono passate inosservate. Fiorini si è fatto apprezzare non solo per i numeri, ma anche per la personalità in campo. Gioca con la sicurezza di chi conosce bene tempi e spazi del gioco, alternando inserimenti senza palla a giocate pulite tra le linee.
Ora, per Fiorini, si aprono nuove prospettive: molti club, italiani e non, hanno messo gli occhi su di lui. L’anno prossimo potrebbe essere quello del grande salto, in un calcio ormai sempre più attento ai profili tecnici ma soprattutto intelligenti.