Waiting for Messi, e per tutte le altre operazioni. Se l’Italia fa i conti con un calciomercato senza soldi (o quasi: vedi il Milan), la Spagna non è da meno. E sì che ai loro colpi ci eravamo sempre abituati: Barça e Real non si sono mai tirate indietro. Ma i conti col covid e con l’era calcistica post pandemia li stanno facendo pure loro, e non è per nulla facile uscirne.
Perché ancora non hanno speso? La risposta è presto detta: indicatore di liquidità spagnolo. Non funziona come quello italiano, ma quasi: bisogna mantenere un tetto di ingaggi che non porti a squilibri. E la situazione debitoria delle due squadre più ricche della Liga non è per nulla semplice.
Basta controllare la casella acquisti in relazione ai soldi spesi: Barcellona e Real Madrid, in totale, hanno investito per questa sessione di calciomercato 9 milioni di euro. Anzi, li ha spesi solo il Barça per il ritorno di Emerson Royal dal Betis.
Tutto il resto? A costo zero, con dei giocatori che, per quanto contrattualizzati, devono ancora essere tesserati. È il caso di Aguero, che ha già fatto le foto di rito con il club, ma che aspetta di poter essere impiegato in gara ufficiale, per dire. Oltre a lui, i blaugrana hanno chiuso anche per Eric Garcia (retroscena sulla clausola) e Depay: tutte operazioni a zero.
E il Real? Un grande colpo, quello di Alaba. Certo. Ma di nuovo, nessuna spesa: era in scadenza con il Bayern e non ha rinnovato. Anche perché se i blancos avessero dovuto investire qualcosa, non avrebbero potuto: sul bilancio, pesano quei 19 milioni di euro lordi dell’ingaggio di Bale, che a Madrid in linea teorica non dovrebbe restare. Sergio Ramos è andato via, qualcun altro lo seguirà.
E anche le regine si trovano a fare i conti con i calcoli più rigidi. Bloccando un calciomercato che lascia pochi margini a tutti.
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