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Vi ricordate la Reggina 2006/07? I gol di Amoruso e Bianchi e una salvezza che sembrava impossibile

Un colore e una passione: l’amaranto. Una delle piazze più belle e calde del nostro Mezzogiorno e che nella storia recente del calcio italiano ha saputo regalare annate bellissime di sport. La Reggina di Walter Mazzarri è entrata di diritto nella storia di quelle formazioni che hanno scritto una pagina importante per il nostro calcio, per Reggio e per la Calabria intera. 


La partenza da -15 (poi ridotti a 11) e con un destino che sembrava già scritto…

La stagione 2006-2007 della Reggina di Walter Mazzarri potrebbe essere tranquillamente base di un film. Sì, perché quell’anno la squadra amaranto ha scalato una montagna che sembrava davvero insormontabile. La nostra storia parte nell’estate del 2006, quando Marcello Lippi e i suoi ragazzi hanno fatto urlare di gioia 60 milioni di italiani ai Mondiali del 2006. Ma dalla gioia si passa subito al dolore. Solo qualche giorno dopo il calcio italiano tocca forse il punto più basso della sua storia per via della vicenda legata a “Calciopoli”. La Juventus viene retrocessa in Serie B e big come Milan (che viene penalizzato di 8 punti), Lazio (3 punti di penalità) e Fiorentina (15 punti di penalizzazione) vengono colpite. Ma oltre a queste squadre nel mirino della giustizia sportiva c’è anche la Reggina, a cui viene inflitta una penalità di ben 15 punti da scontare nella stagione successiva.


L’esito sembra scontato: la retrocessione in Serie B. Ma a questo triste epilogo un uomo non ci sta e vuole fare di tutto per evitarlo: Walter Mazzarri. Lui e i suoi ragazzi si compattano per cercare di riconcorrere un grande obiettivo che va ben oltre il semplice sport. Come minimo la squadra amaranto deve ottenere 50 punti sul campo per cercare di mantenere la categoria. Impresa davvero durissima.


La rosa della Reggina 2006/07: da Lucarelli a Nick Amoruso fino a Mesto e Rolando Bianchi

Se la Reggina quell’anno chiude al quattordicesimo posto con 51 punti sul campo sicuramente è merito di quei componenti della rosa che hanno dato tutto per la maglia amaranto. Come già detto, il condottiero di quel team è Walter Mazzarri, già in sella da due anni e dopo una parentesi felice in Sicilia con l’Acireale.


I trascinatori della Reggina sono principalmente i due bomber: Rolando Bianchi e Nicola Amoruso. Entrambi in avanti trovano una sintonia a dir poco clamorosa e in quell’annata i due fanno divertire i tifosi del Granillo. Insieme compongono una macchina da gol da 35 reti e meglio di loro nella classifica dei cannonieri di quella Serie A ci sono solo Cristiano Lucarelli, Christian Riganò e Francesco Totti. A fine anno Bianchi lascerà Reggio Calabria per trasferirsi al Manchester City, che nel giugno 2007 passerà di mano all’ex premier thailandese Shinawatra, il primo presidente dei citiziens non britannico.


Ma non ci sono solo Bianchi e Amoruso in questa magica squadra. Anche giocatori come Salvatore Aronica, Alessandro Lucarelli, Luca Vigiani, Giandomenico Mesto e Giacomo Tedesco contribuiscono in maniera determinante in quella stagione.


51 punti sul campo e un rendimento da Europa: il miracolo della Reggina

Un piccolo grande miracolo chiamato Reggina. La squadra di Walter Mazzarri ha scalato passo dopo passo un solco che sembrava invalicabile. In quella stagione la formazione amaranto è stata capace di compiere un capolavoro di tecnica e audacia. La partita che fa capire l’andazzo di quel campionato è già la prima: la Reggina viene sconfitta a Palermo per 4-3 in un match spettacolare.


Ma nonostante alcune sconfitte, il Granillo man mano inizia a diventare un fortino per ottenere i punti salvezza necessari. La Reggina vince, infatti, in casa gli scontri diretti contro il Cagliari, il Parma, l’Ascoli e nel derby dello Stretto contro il Messina. Ma non finisce qui. Anche le big sono costrette a capitolare come la Roma di Luciano Spalletti, sconfitta di misura per 1-0 con la rete di Nick Amoruso. Delle prime sette classificate di quell’anno solo la Lazio è riuscita a passare al Granillo vincendo per 3-2.


Ma la vittoria più iconica, più bella e più coinvolgente arriva all’ultima giornata, il 27 maggio 2007. Al Granillo la Reggina affronta il Milan di Carlo Ancelotti, che solo cinque giorni prima ha conquistato la sua settima Champions League in finale contro il Liverpool ad Atene. Lo stadio si riempie di ogni ordine e posto e ha l’orecchio proteso alle radioline su Siena-Lazio, Parma-Empoli e Catania-Chievo.


Dopo 8 minuti di gioco la sblocca il solito Nicola Amoruso, che con un controllo volante e un tiro al volo batte Kalac e il Granillo impazzisce, 1-0! Però ancora la tensione è tanta, manca ancora un’eternità e l’attenzione è rivolta sugli altri campi. Nella ripresa, Modesto (un altro big di quella Reggina) serve un pallone invitante nel cuore dell’area di rigore ad Amerini che è appena entrato. Il giocatore la piazza nell’angolo più lontano ed è 2-0. Nel frattempo il Siena batte la Lazio, il Parma vince contro l’Empoli e il Chievo viene sconfitto dal Catania e sono proprio i gialloblù a retrocedere.


Al Granillo al triplice fischio è un tripudio di gioia e di lacrime. E’ salvezza! 40 punti, di cui ben 51 ottenuti sul campo. Mazzarri incredulo ai microfoni della Rai dice: “E’ un sogno, quando mi sveglio vi dico come ho salvato la Reggina”. Quella squadra riceve la cittadinanza onoraria di Reggio Calabria per l’impresa.


 

Una pagina di storia straordinaria che insegna che non bisogna mai smettere di credere e di sognare e che in fondo il calcio è ancora lo sport più bello del mondo!

Federico Rosa

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