Box to box. Da area ad area. Due estremi uno da difendere e l’altro da attaccare e nel mezzo tanta sostanza. Declan Rice è così sia in campo che fuori. Atletico, imponente, tracotante quando gioca. Sensibile, appassionato e artista quando è a casa. Per un giocatore che si sta consacrando, c’è un ragazzo che sta maturando. Perché con Rice, il calciatore tuttocampista che si lascia ammirare tutte le domeniche, c’è Declan un “normale” ragazzo anglo-irlandese.
La pittura è la sua passione più grande quando è lontano dal campo, ma anche scrivere e cantare. Specialmente per amore, per la sua fidanzata Lauren Fryer, coetanea, che divide con lui la crescita sin dall’adolescenza. Vissuta tra Irlanda – dove ha giocato in tutte le Nazionali giovanili – e culminata in Inghilterra – dove è diventato il padrone del centrocampo dei Tre Leoni – e che sta splendendo all’Olympic Stadium di Londra.
La città dove è nato, con i suoi fratelli maggiori Connor e Jordan, ma da genitori irlandesi. Di Cork. Dove è nato anche Roy Keane, per abbozzare un paragone di intensità e personalità in mezzo al campo. Rice ha cominciato a farsi apprezzare con nell’Academy del Chelsea a soli sette anni. Era il 2006, l’anno in cui è culminata la filosofia dello Special One José Mourinho a Stamford Bridge. In otto anni con i Blues però non ha mostrato le spalle larghe, almeno questo gli hanno imputato nelle giovanili.
Nasce così l’opportunità che si trasforma in vita: il West Ham. Dall’Academy nel 2015 all’esordio in prima squadra nel maggio 2017. E dal girone di ritorno dell’anno successivo quel posto non lo lasciò più. Al debutto da titolare subito il premio di Mvp della partita. Un premio simile a quello ricevuto pochi mesi prima, come miglior giocatore dell’anno under 19.
Il centro del campo è il suo habitat, quello della contesa. Conteso come lo è stato lui, tra due Paesi: Irlanda e Inghilterra. Nel 2018, l’allora ct dell’Eire Martin O’Neil non prese bene alcune dichiarazioni di Rice che simpatizzavano per i Tre Leoni e dopo averlo fatto fuori non ci fu modo di tornare indietro. Rice nel 2018 giocò sia in maglia irlandese, ma non avendo disputato partite ufficiali era ancora elegibile per la squadra della Regina, che in quella inglese.
Così Declan si promise all’Inghilterra: “Amo entrambi i paesi allo stesso modo, ma credo che l’Inghilterra sia la scelta migliore per me e la mia carriera“. E la palla fu subito colta al balzo: “Non ci sono molti giocatori della sua età che giocano così bene in Premier League“, dichiarò Southgate quando lo convocò per le qualificazioni a Euro 2020. E proprio per gli Europei, a Dublino, comparve un suo murales che lo raffigurava in maglia inglese, insieme a Jack Grealish, altro seduttore “infedele” della nazionale irlandese.
E più di qualcuno ha visto qualcosa di speciale in lui. In primis il rimorso del Chelsea che cercò di riprenderselo. Poi il derby di Manchester: sia City che United hanno cercato di tentare il West Ham a suon di decine di milioni di euro, sfiorando anche quota cento. Ma gli Hammers non si sono voluti privare del gioiello che stanno forgiando. Prima l’evoluzione dalla difesa al centrocampo, poi l’investitura a vice capitano – perché toccare l’effige di Mark Noble sarebbe quasi sacrilego dalle parti di Stratford -, ma il più delle volte è lui a scendere in campo con la fascia al braccio.
Un ragazzo che è diventato idolo della tifoseria. Come suo idolo era Zabaleta da cui rimase ammaliato ai tempi del City e Rice riuscì a dividere il campo con il terzino argentino: “Uno dei momenti più belli della mia vita”. Tornando alla Firm, per non lasciare volar via la loro bolla di sapone più importante (sì, quelle iconiche del Boylen Ground), i supporters organizzarono una colletta nell’autunno del 2018 per far adeguare il contratto di Rice alla società. Un gesto simbolico e d’amore, per una bubble destinata a volare sempre più in alto.
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