Da Adriano a Doumbia, storie di meteore e flop in giallorosso: alcuni dei peggiori acquisti della Roma negli ultimi anni

Arrivati a Roma come grandi colpi, hanno deluso su tutta la linea. Chi per un motivo, chi per un altro il filo che li unisce é il fatto di aver fallito in giallorosso. Meteore, desaparecidos e comparse. Ve li ricordate tutti?
ADRIANO LEITE RIBEIRO

Arrivò a Roma con un’accoglienza da re, anzi da imperatore. Aprirono il Flaminio solo per lui e vennero pure più 4mila persone alla sua presentazione. Il brasiliano pesava 106kg e non riuscì a tirare il pallone ai tifosi oltre le vetrate. Neanche con le mani. Stavolta nel vero senso della frase.
“Adriano è una certezza non una scommessa”, dirà Rosella Sensi il giorno del suo acquisto. Anche se del brasiliano visto con la maglia dell’Inter in giallorosso, neanche l’ombra: due partite da titolare e due spezzoni. Stop. Dei tre anni di contratto, non fini neanche il primo e a marzo andò via senza neanche un gol. A Roma se lo ricordano più per le bravate che per le giocate in campo: ritardi continui, notti in discoteca e tanto altro. Rimpianto. Per tutto quello che poteva essere e non è stato. Entra di diritto sul podio dei talenti sprecati nella storia di questo sport.
ASHLEY COLE

Arrivato a Roma per portare esperienza e qualità al gruppo, il suo acquisto fu un fallimento su tutta la linea. Cole venne nella capitale a trascorrere le sue Vacanze Romane. Gia al Chelsea aveva fatto parlare per le sue bravate fuori dal campo: insulti a un agente fuori da un pub con annesso arresto e notte in cella, e varie multe per eccesso di velocità e guida in stato di ebbrezza. In più, per non farsi mancare nulla, i racconti nella biografia del suo amico Pennant “facevamo sesso in tre con tante ragazze, con una ci davamo il cinque dietro la schiena. Ci fermavamo solo per bere il tè e poi ricominciavamo”.
Nella Capitale Ashley ha fatto un figlio e poi pare sia stato beccato con altre due donne. Il solito Cole. Questo fuori dal campo, sul terreno da gioco le cose andranno addirittura peggio: 11 presenze, tante ombre e nessuna luce. Giocherà sempre Holebas al suo posto. Cole ha dichiarato di “venire a Roma per godersi la città”, obiettivo rispettato in pieno. Chiuderà la carriera prima ai Galaxy poi al Derby County dal suo amico ed ex compagno Lampard. Goodbye Ashley.
SEYDOU DOUMBIA

Il centravanti ivoriano può vantare il singolare record di essere uno dei pochi giocatori fischiati il giorno dell’esordio: un triste 0-0 in casa contro il Parma in pieno fallimento. Lui parte titolare e non incide. Fischiato al momento del cambio. Inizio dunque pessimo, il resto dell’avventura non andrà meglio. “Sono arrivato a Roma che non mi reggevo in piedi”, dirà poi qualche anno dopo. Pagato 14.4 milioni dal Cska Mosca a giugno fu rispedito al mittente in prestito per far posto a Dzeko. Pagina da dimenticare. Oggi gioca nel Hamrun Spartans, nel campionato di Malta.
JOSE ANGEL
La Roma lo prese su richiesta di Luis Enrique. Il terzino spagnolo arrivò dallo Sporting Gijon e girava voce su di lui ci fosse l’interesse del Barcellona. In Serie A si dimostrò tutt’altro che un terzino da grandi palcoscenici. Male alla prima contro lo Slovan Bratislava nei preliminari di Europa League, espulso all’esordio in campionato contro il Cagliari all’Olimpico. Era fresco vincitore dell’Europeo Under 21 con la Spagna, nel quale però non giocò perché chiuso da Didac Vila, un’altra meteora che vestirà la maglia del Milan. Qualcosa si poteva intuire già da li. Dopo appena una stagione in giallorosso inizierà una girandola di prestiti: Real Sociedad, Porto e Villarreal. Oggi gioca con l’Osasuna ma non è ancora mai sceso in campo in questa stagione. Comparsa.
MICHEL BASTOS
Arrivato nella capitale a Gennaio per essere un’arma in più sull’esterno. Rudi Garcia lo aveva avuto al Lille e intanto Bastos aveva incantato l’Europa con la maglia del Lione conquistandosi anche la nazionale brasiliana. A Roma non si vide nulla di tutto questo: abbonato agli spezzoni, finì la stagione con 16 presenze in campionato di cui 12 da subentrato. Un solo gol, ininfluente tra l’altro, all’ultimo minuto in casa del Sassuolo con la Roma che era già avanti e in controllo della partita. Segnò anche un gran gol, ma fu l’unico squillo di un’esperienza incolore. A giugno ritornerà in Brasile, biglietto di sola andata.
VICTOR IBARBO
La Roma lo prese nell’affare Nainggolan. Fu infatti il colombiano la contropartita presa dalla Roma per riscattare il centrocampista belga. Acquisto fallimentare. A Cagliari qualcosa di buono lo fece anche vedere: 15 gol in tre anni e mezzo, svariati assist e ottime prestazioni. A Roma tutto il contrario. Dodici presenze, ovviamente senza gol e un addio indolore in direzione Watford. Garcia lo userà un po’ ovunque sia sull’esterno, che prima punta. All’ occorrenza addirittura terzino. Nella Capitale se lo ricordano più per le notti brave che per i suoi guizzi in campo. Era fortissimo anche nei videogiochi, data la sua grande velocità, in campo in giallorosso non rispettò le attese. Stella cometa, più che meteora.