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Santacroce, dagli anni di Napoli a quel retroscena su Guardiola. La nostra intervista

È nato a Camaçari in Brasile, ma è Italiano in tutto e per tutto: dall’accento alla gestualità. Questa è la storia di Fabiano Santacroce, difensore cresciuto in Lombardia e che li ha fatto il salto di qualità nel calcio, prima a Como poi a Brescia. Qui farà ottimi campionati di B, giocando con Viviano, Cerci e Hamsik. Classe al potere. 
Marek era un giocatore esperto già a 17 anni – ci racconta in esclusiva – un’intelligenza e un eleganza fuori dal comune. Hamsik è anche una persona fantastica fuori dal campo, noi pensa siamo ancora in contatto e ci sentiamo molto spesso”. 

La chiamata del Napoli

Con Hamsik arriva a Napoli. Appena lo sente nominare gli si illuminano gli occhi. Ricordi indelebili e belli da raccontare: “Eravamo una squadra fortissima, piena di campioni. Da Lavezzi a Cavani e Hamsik, avevamo giocatori con un talento incredibile. È stato un crescendo, siamo partiti il primo anno per fare un buon campionato e dopo due stagioni siamo arrivati in Champions League”. Un sogno. Tante storie da raccontare oltre a un legame particolare con la città: “Napoli è una piazza meravigliosa. Bella, calorosa, la gente sente tanto il calcio e la partita. Ti senti importante. Ho sempre notato un grandissimo attaccamento alla maglia e un gran senso di appartenenza, anche da parte di giocatori che non erano italiani. Meraviglioso. È una cosa che non succede ovunque, anzi”. 

Santacroce a Napoli passa 3 anni bellissimi, anche se lui della trattativa non sapeva nulla fino al giorno della firma: “È successo tutto a mia insaputa. Io ero a Brescia ad allenarmi, mi chiama il direttore sportivo e mi dice di salutare tutti che mi aveva comprato il Napoli. Io sono rimasto senza parole”. Emozioni. Le stesse che provi quando scopri che in tribuna a vederti é venuto il Barcellona:” Stavo facendo molto bene con il Napoli e vennero a guardare sia me che Marek. Ricordo che in quella partita non giocai benissimo, peccato perché sarebbe stata un’esperienza unica”. D’altronde quando Guardiola chiama, dire di no è impossibile. Rimane il rimpianto ma Fabiano lo racconta alla sua maniera, con il sorriso.  


Dopo il Napoli è la volta del Parma. Anche in gialloblù due anni intensi. Fino al sesto posto con Pioli allenatore: “Parma é una piazza bellissima. Abbiamo fatto un gran percorso, partendo come squadra che si doveva salvare fino all’Europa League. Arrivammo sesti, poi non facemmo la Coppa per problemi societari. Poi c’era Cassano: Antonio è una forza della natura, in campo e fuori. È così come lo vedi, senza filtri. Una persona vera in tutto e per tutto”.  


 

La sua nuova vita

Ora Santacroce ha cambiato vita, restando però sempre nel mondo del calcio. Sta iniziando un percorso da procuratore, seguendo alcuni ragazzi e cercando di portare la sua esperienza: “Mi piace provare a essere di insegnamento per i più giovani. Mi concentro molto sull‘aspetto psicologico, ancor prima di quello tecnico. Capire il ragazzo, entrarci in sintonia. L’empatia è alla base di tutto. Spero di riuscire a portare non solo la mia esperienza ma anche tutto quello che ho rubato dagli altri in tanti anni di calcio”. Lavoro, testa e precisione. Gli obiettivi di Fabiano sono chiari, ora sara il campo a parlare.

Lorenzo Cascini

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